Per sentirsi davvero liberi bisogna avere radici
Io detesto questa frase. Detesto che sia vera. Detesto che gli altri pensino che sia vera.
Mio padre è un sognatore... Ma non ha ancora ben chiaro cosa sogna, per cui da quando ho uso di ragione io e la mia famiglia vagabondiamo per il mondo da un paese all'altro.
E' stata dura, soprattutto da piccola, eppure è un'esperienza che rifarei senz'altro. Ho avuto modo di vivere diverse lingue, culture, modi di pensare (perché non bastano due settimane di vacanze all'estero per capire la mentalità e lo spirito di un popolo - forse non basta neanche tutta la vita). Ho imparato a non giudicare, a non fermarmi alle aparenze, a cercare di adattarmi al posto in cui mi trovo senza perdere me stessa. E adesso ho trovato casa mia: ho scelto io di vivere in Italia, perché è il paese che amo, dopo aver visto mezzo mondo.
... Ma non appartengo a questo posto, e detesto che ci sia qualcuno sempre pronto a farmelo notare. Detesto sentire i miei parenti e connazionali che mi dicono che ormai non appartengo più alla ma terra d'origine. Detesto che ovunque io vada, per quanto mi sforzi di integrarmi, non appartengo. E' frustrante.
Parliamo tanto di globalizzazione, siamo tutti "cittadini del mondo". E poi? Nonostante tutti questi bei discorsi, la verità è che quella frase è vera, che bisogna avere radici, essere parte di un luogo, altrimenti non potrai mai esprimere tutto te stesso.
Animum debes mutare, non caelum (Seneca)
A questo proposito, mi piace citare una canzone dei modena city ramblers, che fa così:
RispondiEliminaDa molti anni non mi chiedo più quale posto è la mia casa, che ho scoperto che la mia casa è insieme a me, ovunque vada. Cammino senza legami ho solo il vento che mi insegue, e il tempo non mi riguarda perchè il tempo mi appartiene.
Noi non siamo alberi, le nostre radici si possono spostare. Che vuol dire che "non si appartiene a un posto"? Secondo me è una sciocchezza. Solo perchè il caso ha voluto che tu nascessi in un determinato posto non vuol dire che quel posto debba necessariamente piacerti, o che tu debba sentire per forza di appartenere ad esso.
Lo so, il problema è che non tutti la vedono così e, purtroppo, se non sei nato in un certo luogo, ci sarà sempre qualcuno pronto a farti notare che quella non è casa tua. Non è che questo cambi qualcosa... Però dopo un po' dà fastidio e, soprattutto, è leggermente frustrante. Ogni tanto mi verrebbe da prendere quelle due o tre persone e dire loro "Senti, cocco, io la tua lingua la so meglio di te, la storia italiana la so meglio di te, questo posto lo amo più di te. Io l'ho scelto, tu ci sei finito per caso. Quindi chiudi quella bocca". Però in nome della pacifica convivenza ci si trattiene =P
RispondiEliminaL'unica soluzione in questo caso è sopportare pazientemente le persone moleste e pregare dio che muoiano presto.
RispondiElimina:)
Aahahah... Lo farò, promesso (se non funziona, però, un colpo di lupara, dai, dai. Non se ne accorgerà nessuno)
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