lunedì 9 agosto 2010

Colpevole

Siamo seduti sul divano, abbracciati; lui mi accarezza i capelli, mi bacia la fronte, le guance, gli occhi. Si avvicina alle mie labbra senza osare sfiorarle. Apro gli occhi e trattengo il respiro, lui si avvicina ancora, accarezzandomi piano le labbra con le sue. Le apre appena e io socchiudo gli occhi, in attesa. Esita un'istante di troppo e la poca coscienza rimasta mi costringe ad allontanarmi.
Per un attimo torno in me e penso a una via di fuga, ma il mio futile tentativo è bloccato dalla sua mano sul collo che mi sposta i capelli, mentre con la punta della lingua mi solletica l'orecchio. Piego la testa di lato, ansimando. Lui continua a scendere tracciando una scia di baci sulla mia gola.
Un gemito mi sfugge dalle labbra e capisco di essere perduta.



Un'ora più tardi sono al telefono con L.

- Mi sembri strana - dice - è successo qualcosa?

Sono incerta su cosa rispondere: confessare e rischiare di perderlo, in nome della sincerità, oppure tacere, facendo finta di nulla.

- Allora? - insiste lui.

Prendo fiato e... Gli dico tutto. Dall'altro lato del telefono, mi risponde solo il silenzio più agghiacciante, seguito dal suono familiare di qualsiasi linea occupata.

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