sabato 10 gennaio 2015

La sindrome delle 4.48

Mi sveglio. No, non è corretto. Non sono mai stata sveglia. In questo mondo il tempo non esiste. Esiste solo il tempo. Il tempo che si ferma, riparte, in un turbinio che non riesco a trattenere, che mi scivola tra le dita.
Quanto tempo è passato? domando, mentre il fumo tossico fuoriesce tra le mie labbra, portandosi via di nuovo il tempo, un tempo infinito e pieno di niente.
Due minuti, mi rispondi senza nemmeno guardarmi, stanco di dover ripetere sempre le stesse frasi.
Prendo coscienza del tempo che passa nuovamente. La mia anima si innalza a uno stato di coscienza più elevato e mi fissa con aria disgustata, chiedendosi cos'abbia fatto di male per meritare una simile sciagura.
Quanto tempo è passato? Sento la nausea che mi circonda tra conati di vomito e odore di erba.
Due minuti, ripeti ancora con fare solenne, compiendo l'unica missione che sia mai veramente importata.
Quanto tempo è passato? Urlo, e mi dispero perché il tempo non passa mai e vola troppo in fretta in questo limbo senza tempo in cui nulla ha più senso.
Due cazzo di minuti.
Sempre quelli, eh? Eppure, ero così piccola, quando abbiamo iniziato. La mia giovane innocenza sfuma ad ogni tiro e nulla ha più senso. Come queste righe, che non fanno altro che confondermi e straziarmi e... Cosa stavo dicendo?
Quanto tempo è passato?



P.S. Non me ne voglia Sarah Kane per il titolo.

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