sabato 27 febbraio 2010

Capitolo chiuso

Mi sento terribilmente nostalgica oggi. Mi piacerebbe chiudermi in una stanza buia, con una tazza di the caldo, a guardare vecchi film strappalacrime. Ho bisogno di rimanere da sola con me stessa per un po', quanto basta per capacitarmi di tutto ciò che è successo ieri.
Alle 3 di notte il vibro del mio cellulare mi ha svegliata. Sullo schermo la ben nota "D.". Un messaggio, il solito: sesso. Sarà che ieri ero di un umore strano, che avevo voglia di parlargli, che dovevo togliermi lo sfizio o quello che vi pare... Ma ho accettato di vederlo.
E' stato un incontro particolare. Per assurdo forse il più bello che abbiamo mai avuto. Abbiamo parlato, mi ha spiegato tante cose, che non ero mai riuscita a capire di lui. Una parte di me lo voleva ancora, morivo per sentirlo dire "Lascia stare il tuo fidanzato, stai con me". Non avrei dubitato un attimo e sarei caduta di nuovo nella stessa trappola, nello stesso circolo vizioso, in cui io rinuncio a tutto - dignità inclusa - per lui, mentre lui l'unica cosa che sa darmi in cambio è il nulla.
Invece non è andata così. E' stato dolce, come non lo era da tanto. Mentre mi baciava mi ha detto che era dispiaciuto, che io gli ho dato tanto, che l'ho amato tanto, più di quanto meritasse e che gli dispiaceva di non essere più in grado di amare. Non abbiamo fatto sesso. Non volevo ricordarlo così, volevo che il suo ricordo fosse in qualche modo incontaminato. Di lui volevo ricordare che mi ha aiutata quando stavo male, che ha capito cose di me che io non sarei mai arrivata a comprendere se non fosse stato per lui, che mi voleva bene. Volevo rimuovere gli ultimi tre mesi in cui è stato solo sesso e portare con me il ricordo dei tempi felici, quelli che mi hanno fatto innamorare di lui.
Quello è stato il nostro ultimo incontro. L'ho saputo quando sono salita in macchina e mi è parso di avere accanto a me un estraneo... O forse quando l'ho involontariamente chiamato L.
Sapeva anche lui che non ci vedremo più.
E' stato l'addio più bello. Ora mi sento pronta a chiudere quel capitolo e a voltare pagina.

Amami... con calma!

Lui è fiducioso. Mi ama con slancio ed entusiasmo, come quando ci si innamora per la prima volta: è pieno di stupore, vuole provare ogni cosa, è felice. Si abbandona alla cieca, senza il terrore di farsi male. Tutto gli sembra bellissimo e meraviglioso e non riesce a capire perché io sia così terrorizzata all'idea di lasciarmi andare, per cui ho condiviso con lui un banalissimo link di Facebook con una frase come "Ho paura di amare perché sono stata ferita troppe volte". Lui, per tutta risposta, condivide a sua volta un link dal titolo "Questa paura di amare, che ci gira intorno, è solo una bugia per non guardarsi dentro". Non ho potuto che rispondergli così:

Ci si può guardare dentro solo quando si ha la coscienza a posto, quando ci si è messi il cuore in pace. Guardarsi dentro e scoprire che non c'è rimasto niente, quello sì che spaventa. Rendersi conto di essersi autoconsumati. Aver vissuto troppo, aver dato troppo, aver sbagliato troppo.
Amare è bello, ma è sempre un rischio. Significa mettersi nelle mani di un'altra persona... Sapendo benissimo che le probabilità di cadere sono altissime e chiedendoti se ce la farai a rialzarti per la millesima volta.
Lo sai come la penso: non credo che si impari dai proprio errori, si diventa solo più insicuri. L'unica cosa che mi dispiace è trascinare anche te nei miei dubbi, nelle mie insicurezze, nelle mie paranoie, nelle mie nevrosi. Ma sono troppo egoista per lasciarti andare!

venerdì 26 febbraio 2010

La verità


Potete dire quello che vi pare, ma secondo me, in una relazione, il sesso fa un 60%
Dopo aver fatto sesso siamo tutti più felici, più rilassati, più disposti al dialogo, più sinceri, più belli... Insomma, il sesso può fare miracoli per una coppia.

martedì 23 febbraio 2010

Una coscienza

A cinque anni mi ammalai di polmonite, con complicazioni varie perché non era stata curata per tempo in maniera adeguata. Giornate in ospedale, tonnellate di antibiotici, i medici che dicono che guarirò ma intanto mi guardano come se fossi una bomba a orologeria. Io ricordo pochissime cose di quel periodo, a parte qualche incubo che ogni tanto mi perseguita ancora, però di una cosa sono certa: mia nonna di me se ne strafotteva, non è mai venuta a trovarmi, non mi telefonava, non mi ha mai portato dei giocattoli, come gli altri parenti.
Per carità, nessun rancore (quasi), ma lei di me se n'è fregata per tutta la sua vita.
A 18 anni è venuta a trovarmi, dopo quattro anni senza vederla, io ero emozionatissima, avevo le lacrime agli occhi, anche se lei mi aveva sempre odiata. Mi ero avvicinata per abbracciarla e la sua unica reazione era stata una smorfia e un "stai diventando obesa, dovresti metterti a dieta".
Ora io me ne sto seduta sul mio divano a guardare la tv, ma la vocina della mia coscienza non ne vuole sapere di stare zitta. Dovrei andare a trovarla. Povera nonna, potrei portarle una torta. Massì, dai, più tardi passo in ospedale e sto lì un'oretta a farle compagnia.
Perché io mi devo dare tanta pena per della gente a cui non sono mai importata? Perché la mia coscienza non può mandarla a fare in culo come ha fatto lei con me? E poi dicono pure che sono stronza.

domenica 21 febbraio 2010

A posteriori

Lui per me è importante, una presenza fondamentale nella mia vita. Mi ha cambiata, mi ha cambiata per sempre e da quando l'ho conosciuto so che nulla sarà più come prima. Ricordo con esattezza la prima volta che ci siamo visti, il primo bacio, le prime carezze, la nostra prima uscita, la prima volta che abbiamo fatto l'amore. Certo due anni sono lunghi e i ricordi a volte si mescolano tra di loro, si annebbiano, si confondono, ma non potrei mai rimuoverli.
Lo so che noi due non potremo mai essere amici, non lo siamo mai stati, è sempre stato solo il mio fidanzato, eppure gli voglio bene e se non possiamo essere amici ci tengo a intrattenere dei rapporti quanto meno civili. E' proprio per questo motivo che, dopo averci pensato a lungo, gli chiedo di vederci.
Speravo in un incontro in territorio neutro, invece per circostanze varie, l'unica possibilità è quella di incontrarci a casa sua. Mi sento terribilmente in imbarazzo, per me quella casa è piena di ricordi.
La conversazione è impacciata. Entrambi cerchiamo disperatamente argomenti di conversazione poco rischiosi, soppesiamo le parole, evitiamo di incrociare gli sguardi. Bene, ce la possiamo fare. Poi la conversazione ci sfugge di mano, non so come siamo finiti lì.

- Tu mi hai ferito, sai? Io non riesco più a fidarmi di una donna, non voglio un'altra come te, che mi faccia male.

- Lo so, mi dispiace. Ma anche tu non sei stato un bene per me. Negli ultimi mesi non c'è stato un giorno che non abbia pensato alla nostra relazione. Ne sono uscita distrutta, devastata.

Ci guardiamo, e leggo nei suoi occhi il mio riflesso: gli stessi dolori, rimorsi, rancori.

- Tu hai distrutto la mia personalità! - esclamiamo all'unisono.

Lo sapevamo di essere troppo diversi. Io ero giovane, immatura, non volevo crescere. Lui mi ci ha costretta. Io volevo solo divertirmi, anche se lo amavo. Lui pensava ad un futuro insieme, a rimanere legati per sempre.
Tutto ciò che io volevo contrastava con quello che voleva lui. Cercavamo di venirci incontro, ma non abbiamo capito dov'era il confine tra venirsi incontro e annichilarsi a vicenda.

giovedì 18 febbraio 2010

Fedeltà

- Oggi ho voglia di te. Passo a prenderti tra mezz'ora, che ne dici?

- Mi spiace, ma ho un fidanzato adesso, sarebbe meglio evitare.

Ti dichiari felice per me e fingi entusiasmo, ma solo 5 minuti dopo te ne sei già dimenticato e cerchi di tentarmi. Le tue parole si insinuano nella mia mente. Potrei... Solo un'ultima volta, poi non lo vedrò più. Immagino la mia pelle contro la tua, i tuoi baci sulle mie labbra. Voglio essere tua, io ti appartengo. Cerco di resistere, ma conosci i miei punti deboli e sai come farmi capitolare. Ormai sto per cedere, lo so, è solo questione di momenti.

Il cellulare s'illumina. Sullo schermo solo una L. E' quanto basta. Non rovinerò la mia felicità solo perché tu sei stronzo.

mercoledì 17 febbraio 2010

Chissà chi sei...


Che angoscia! Le relazioni interpersonali sono quanto di più complicato ci sia a questo mondo. Scoprire di provare dei sentimenti imprevisti per qualcuno, non avere la certezza di essere ricambiati, il terrore di farsi ancora del male. Ognuno dovrebbe badare ai proprio interessi, ma anche se non vuoi, non puoi fare a meno di chiederti cosa sia il meglio anche per l'altra persona. Cerchi dei compromessi, provi a mettere un freno all'indecisione, decidi di agire. Restare a guardare le occasioni che ti sfuggono di mano è frustrante. Inseguire quello che desideri ti terrorizza.
Ti accorgi che anche l'altro sembra provare qualcosa per te, ma mentre lo senti parlare delle sue relazioni passate, di come abbia tradito le sue ex, di come se ne sia fregato dei sentimenti altrui, di come abbia sempre sbagliato nel giudicare le persone e alla fine ne abbia sofferto, ti chiedi se sarai solo l'ennesimo errore. Un nome sulla lista, una con cui è andato a letto, una che passava di lì per caso, una.

martedì 16 febbraio 2010

Io non ho paura

La paura a volte ti blocca, ti paralizza. Avvicinati, toccami, accarezzami, baciami, stammi vicino. Ma poi la paura prende il sopravvento. Nella mia testa rimbombano quelle due parole che mettono fine a ogni magia "E se...". E' così che inizia tutto. Stammi lontano, devo pensare. Non baciarmi, non accarezzarmi, non toccarmi o perderò la testa e non capirò più ciò che voglio.

Sono stanca di restare in un angolo a guardare la mia vita che mi sfugge di mano per paura di rischiare.

giovedì 11 febbraio 2010

Cinica e felice

La situazione è complicatissima e ci sta sfuggendo di mano. Gli ormoni hanno preso il controllo dei nostri corpi e le menti sono in vacanza su un'isola tropicale.
Non ti muovere, ogni tuo movimento potrebbe essere una scusa per saltarti addosso e spogliarti proprio qui, sul tavolo di un bar, davanti a tutti. Non sorridere in quel modo, o non riuscirò a fare a meno di sorridere come un'ebete pure io. Ogni mossa potrebbe essere quella che comprometta definitivamente il delicatissimo equilibrio della nostra relazione, in cui l'amicizia è la chiave, ma l'attrazione è sempre in agguato.
E alla fine...

- Non so più cosa fare, stiamo rovinando la nostra amicizia, diventa tutto sempre più strano. Non capisco. Non so se una relazione sia una buona idea.

Niente panico, tesoro mio, il mio cinismo ci salverà. Non lo so se sia il caso di stare insieme seriamente. L'idea di impegnarmi mi terrorizza e so che anche tu ne sei spevantato, perciò propongo... Il contratto a termine fisso! Ora stiamo insieme, ma l'11 di marzo scadiamo, come lo yogurt.

Sono euforica!

mercoledì 10 febbraio 2010

L'Imbarazzo

- Ciao!

- Ciao!

- ... Ciao

- Ecco... Ciao...

Così non si va avanti, è ovvio. Tutt'altro, perciò, ora, un po' di coraggio e affrontiamo la situazione... PAURAAAAAAAAAAAAAAA

lunedì 8 febbraio 2010

I'm afraid

E' un mese che studio per questo cavolo di esame. Esercizi su esercizi su esercizi che, ovviamente, non quadrano mai. Oh, guarda, la mia azienda è in perdita! No, aspetta, devo aver sbagliato qualcosa... Ricominciamo. E no che non torna, il disgraziato.
Però ero pronta, ero preparata, sapevo ciò che c'era da sapere.


Lunedì 8 febbraio, ore 14.25, davanti all'aula dove si terrà l'esame: Coraggio! Entra, ce la puoi fare. Tanto, male che vada, se vedi che non sai nulla puoi sempre ritirarti. Tentar non nuoce, come si suol dire.

Lunedì 8 febbraio, ore 14.26,davanti all'aula dove si terrà l'esame: Nooooooooooo, non ce la posso fare! Però devo. Su, ora varco la soglia... Ecco, ce la sto facendo. Un piccolo passo per l'uomo, ma un grande passo per... Mmm... Si, quel che è.

Lunedì 8 febbraio, ore 14.27, all'interno dell'aula: Mi siedo. Eseguo i movimenti al rallentatore. Individuo qualche faccia nota. Il professore sta entrando e... Mi alzo e vado.

Sarà per la prossima sessione d'esame, a giugno... Non è grave, no?

... Sì, sono un'idiota.

domenica 7 febbraio 2010

I feel good!

- Usciamo stasera?

- Meglio di no, non sto tanto bene e comunque non c'è nulla da fare.

Mi rassegno, neanche troppo dispiaciuta e mi adagio sul divano per guardarmi Ballando con le stelle, col portatile in grembo e Facebook acceso, nella migliore tradizione fancazzista. Ho un leggero mal di testa e sospetto di stare per prendermi l'influenza, ma non ci faccio troppo caso.
Mi godo la mia trasmissione televisiva, che sembra non aver intenzione di finire mai più. Ormai è quasi l'una e sto per andare a letto quando il cellulare attacca a vibrare furiosamente. "Ciao, che fai? Come guardi la tv, ma è sabato sera! Vieni subito a casa mia!"
Mi vesto come se stessi per recarmi in missione esplorativa al Polo Nord ed esco senza troppa convinzione. Arrivo a casa tua giusto in tempo per veder andar via gli amici con cui giocavi a poker fino a poco prima. Saluto tuo fratello e mi siedo. Mi viene offerto da bere e tra un brindisi e l'altro tuo fratello ci lascia soli. Parliamo, ridiamo, scherziamo, come sempre. Sono le 5 e dovrei rientrare a casa - ché sono pure fuggita di nascosto! - ma...
Le tue labbra incontrano le mie e quel momento sembra infinito.


- No, non dobbiamo! - esclamiamo all'unisono, e l'alcol ci fa scoppiare a ridere, abbracciati. Mi stringi forte.

- Sarà meglio che ti riaccompagni a casa.

Accompagnarmi? In che senso? Abito a 10 minuti di distanza, andando piano, perché dovresti accompagnarmi?
Prendi la giacca, mi baci, mi prendi per mano. E' così strano. Suoniamo al campanello di qualche ignara vecchietta e corriamo via, ci lanciamo addosso palle di neve, ridiamo come matti. Mi sento di nuovo giovane. Arriviamo sotto casa mia. Ti ringrazio per avermi riaccompagnata e ti bacio ancora. E' inevitabile.


- No! Non dovremmo, tu sei la migliore amica che ho, sei l'unica persona a cui sia riuscito a raccontare certe cose di me. Non avevo mai avuto un'amica così e non voglio rovinare tutto. Non voglio diventare un altro dei tuoi amanti.

- Non potresti mai essere uno dei miei amanti. E' questo il guaio.

E mi baci, ancora e ancora, non mi lasci andare.

- Ti stai innamorando di me, vero? - Cerco una risposta adeguata, ma la mia mente è in grado di generare solo il nulla cosmico e il silenzio sembra fin troppo esplicativo. - Anch'io di te.

Sono le 6.30 quando finalmente riesco a staccarmi da te e a rientrare in casa. Sono confusa, sorrido come un'ebete e mi sento come una bambina.


Il punto della situazione

  • D. : Abbiamo passato un periodo simil-idilliaco, durato circa 3/4 mesi... Poi gli è saltato il cervello, non s'è più fatto vivo per un mese e quand'è tornato era diventato stronzo, senza un motivo. Da allora ci vediamo una volta ogni due settimane, più o meno, per una sessione di sesso violento, sfrenato, una di quelle cose da film porno... Ci manca solo il frustino.
    Voto a letto: 7 (di suo sarebbe solo un sei, ma è bravissimo ad anticipare le mie richieste, capisce subito quello che sto pensando.)
    Simpatia: 9 (se poi evitasse di darmi buca lo sarebbe ancora di più)
    Intelligenza: 10
    Voto complessivo: 7 (ahimé, quest'uomo mi piace troppo)
  • L. : Non è facile dire qualcosa di sensato su di lui senza scrivere un trattato. Compagni di classe alle medie - mi piaceva da matti ed eravamo pure molto amici -, non ci siamo più visti per quasi 7 anni, e poi all'improvviso siamo diventati inseparabili... Con qualche piccolo incidente di percorso. Non è chiaro in che rapporti siamo. Passiamo dalle 4 alle 7 ore insieme ogni volta, le chiacchierate fino alle 4 del mattino ormai sono un must. C'è sempre una strana tensione di fondo, quando siamo insieme, per cui capita di ritrovarsi mano nella mano a guardarci nelle palle degli occhi davanti a un bicchiere di martini, com una coppietta di 13enni... Martini a parte. Lui è palesemente confuso, le sue affermazioni sono state: "E' stato fantatico fare l'amore con te, davvero splendido, però non voglio essere solo un altro amante", "Dovremmo restare solo amici" (subito dopo m'è saltato addosso come una bestia indiavolata), "Ti voglio, ti voglio, ti voglio, ma non voglio rovinare la nostra amicizia". Avete capito la linea di pensiero, insomma... Io sono abbastanza d'accordo, ma lui mi fa impazzire. La sua migliore perla comunque è stata "Ad ogni modo capiterà ancora, è inevitabile".
    Voto a letto: N.C. (In quanto non mi ricordo nulla, purtroppo!)
    Simpatia: 10
    Intelligenza: 8+ (è in gamba il ragazzo, ma non si applica, diciamo)
    Voto complessivo: 8
  • St. : Inutile sprecare troppe parole con un idiota del genere. Il modo migliore di passare una serata con lui è passare direttamente al sesso, cercando di farlo parlare il meno possibile.
    Voto a letto: 10 e lode.
    Simpatia: 4
    Intelligenza: meno infinito.
    Voto complessivo: 4 e mezzo.
  • R. : Amante tranquillo e affidabile. Ci frequentiamo da almeno 8 mesi e i nostri rapporti si possono definire come un proficuo scambio di favori. Io ti faccio la torta, tu mi aggiusti il pc. Io ti insegno a ballare, tu mi aiuti a preparare l'esame di matematica. E poi, tra una cosa e l'altra, ci sta anche un po' di sesso. Pacifico, senza impegni. Se io frequento altre persone, amici come prima. Se lui frequenta altre persone, io le uccido. Semplice. Dovrebbero essere tutte così le relazioni.
    Voto a letto: 5 e mezzo.
    Simpatia: 7+
    Intelligenza: 5
    Voto complessivo: 6-

Il tutto comunque non è scritto per autocompiacimento, ma per raccogliere le idee. Anzi, se devo proprio dirla tutta... E' imbarazzante.

sabato 6 febbraio 2010

La storia infinita V

Capodanno 2010


E' stato un deprecabile errore: i fumi dell'alcol m'avevano quasi fatto perdere conoscenza e di quella serata ricordo poco o niente. Anche tu avevi bevuto qualche bicchiere di troppo, ma conservavi ancora una certa lucidità di fondo. Ballavamo. Nella mia memoria galleggia un'immagine confusa del mio corpo abbracciato al tuo, di luci soffuse e di unz-unz-unz in sottofondo. La stanza è vuota, o almeno così mi pare. Mi baci, le mie dita scivolano tra i tuoi capelli, la tue labbra sul mio collo. Ti stringo. Mi abbracci e ti butti sopra di me, facendomi atterrare su una superficie morbida. Il resto per me è tutto buio.
Cos'è successo? Abbiamo fatto l'amore, dici? E quando?
Mi addormento tra le tue braccia, non so per quanto tempo. Al risveglio mi stai ancora stringendo, mi abbracci, mi baci sulla fronte, mi accarezzi i capelli. La mia testa gira ancora e sento di stare per riaddormentarmi. "Ti sembrerà strano mapermeèlaprimavolta" confessi tutto d'un fiato. Ecco, ora sono del tutto sveglia. Non sono sicura di aver sentito bene, ma non lo voglio sapere. Non indago e il dubbio mi corrode ancora.

venerdì 5 febbraio 2010

Rimorsi

- Non capisco perché ti senti ancora in colpa, per il tuo ex. Cioè, capita a tante coppie di lasciarsi... E non mi sembra che tu sia ancora innamorata di lui, quindi perché tormentarsi?

- No, io non lo amo più, ma da quando ci siamo lasciati, mi sembra di aver reso il mondo un posto un po' peggiore di quello che era prima. In maniera microscopica, infinitesimale, certo, ma comunque peggiore. Ho la sensazione di aver rovinato le illusioni di qualche ragazza, non nel presente, ma nel futuro.

- Non capisco, in che senso?

- Lui era un sognatore, un sentimentale giovine romantico, di quelli che non si incontrano più. Era uno di quelli che ti apre la porta e fa passare prima le signore. Era uno di quelli che crede nell'amore a prima vista ed era disposto a fare qualsiasi cosa per me. Lui era il principe azzurro, quello che sogni da bambina e che quando sei grande pensi che non ti capiterà mai di incontrare... Però era anche vero. Non era perfetto, era pieno di difetti, come tutti, ma...

Ho la voce spezzata. Non piangere, non piangere! Ti alzi e mi abbracci.

- Non è colpa tua.

- Si, invece! Io l'ho rovinato. Gli ho insegnato che puoi dare il meglio di te e che tutto ciò che otterrai in cambio saranno rimproveri, urla, disprezzo. Gli ho fatto vedere il lato peggiore di me, perché ero invidiosa: lui era tutto quello che io non sarei mai riuscita ad essere. Non sono nemmeno sicura di averlo mai amato, lo volevo solo perché era perfetto (per me). E lui insisteva, lui voleva ancora amarmi, per due anni, c'ha provato, correndomi dietro, stando ai miei capricci, cercando di venirmi incontro. Io volevo solo demolirlo, perché sono una persona orrenda, perché lui era il principe azzurro.
L'ultima volta che ci siamo parlati, per il mio compleanno, mi ha parlato delle sue amanti, con cinismo. Era completamente disilluso. Non era più il principe azzurro, era solo l'ennesimo stronzo... Ed è tutto colpa mia.

Il panico

Alla voce "attacco di panico" su Wikipedia si legge:

Un attacco di panico è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia.

Però detto così sembra qualcosa di asettico. Non è come dire che vai a letto alle 2 del mattino, stai bene, ma poi... Non lo so, un pensiero improvviso... Mi manca l'aria, mi manca l'aria, non respiro! Tremo, ho freddissimo, piango, il cuore batte a mille. Mi sembra di stare per morire. E l'aria non entra, respiro sempre più velocemente, ma non sento l'ossigeno. Mi gira la testa e poi c'è il nulla. Dormo? Forse sono morta, o solo svenuta.
Mi sveglio 8 ore dopo. Sono serena, la tempesta è passata. Fuori dalla finestra, la neve cade ininterrotta, attutisce i rumori. Appoggio la testa contro il vetro freddo e ispiro a fondo: l'odore di polvere mi solletica il naso... Sono viva!

giovedì 4 febbraio 2010

Indovina!

Ho sempre odiato gli indovinelli. Detesto mettermi lì in cerca della soluzione e non trovarla; mi fa perdere le staffe farmi dire la risposta e rendermi conto che ci sarei potuta arrivare, se solo c'avessi pensato un po' di più; ma più di tutto... non sopporto quando qualcun altro riesce a decifrarlo prima di me.

martedì 2 febbraio 2010

Leggere, leggere, leggere!

Sono emozionatissima.
Mi è appena arrivato su facebook l'invito per partecipare all'iniziativa "Leggere, leggere, leggere!" e sono andata in brodo di giuggiole. Qui potete trovare la spiegazione dettagliata del progetto, che consiste nel regalare un libro a uno sconosciuto, il giorno 26 marzo.
Non lo so perché, ma l'idea mi entusiasma. Mi piace conoscere gente nuova... E adoro leggere! C'è sempre qualche libro entusiasmante là fuori in attesa di essere scoperto. E, allora, uniamo l'utile al dilettevole (o il dilettevole al dilettevole) e buttiamoci in quest'idea bizzarra, ma che sono certa mi darà soddisfazione.
Per cui, se siete in giro il giorno 26 marzo, state attenti, potrei spuntare fuori da dietro qualsiasi angolo, con in mano un libro da proporvi!

lunedì 1 febbraio 2010

La storia infinita IV

Novembre 2009

Sono passati sei anni dall'ultima volta che ci siamo parlati. Sono diversa adesso e sicuramente lo sei anche tu, ma nelle mia mente non sei mai cambiato. Non riesco a pensarti come a un uomo, come a un adulto, per me sei ancora il ragazzino che mi sedeva vicino alle medie. Sei rimasto immobile e immutato. Non ci siamo più parlati per sei anni, e ti rivedo all'improvviso, per un caso fortuito. Passiamo diverse serate, a parlare del più e del meno, di banalità, che pian piano diventano argomenti importanti.

- Lo sai che alle medie avevo una cotta per te?

- Curioso, anch'io. Stravedevo per te.

- Ah! Perché non l'abbiamo scoperto prima?

Perché non era il momento, risponde una vocina dentro di me.
Related Posts with Thumbnails