mercoledì 31 marzo 2010

Liberatemi

Sembra un'operazione piuttosto semplice cancellare una persona dalla propria vita: prendi un bel respiro e lo cancelli dagli amici di Facebook; un altro bel respiro e via anche dai contatti di MSN; un po' di coraggio e gli invii un sms chiedendogli di cancellare il tuo numero, un secondo prima di rimuovere il suo; ti assicuri di liberarti pure di tutti i vecchi sms, per non cadere in tentazione più avanti; ed ecco fatto!
In meno di 10 minuti hai spazzato via quella persona dalla tua esistenza... Almeno così ti sembra, finché non ti rendi conto di aver memorizzato il suo numero di telefono. Oppure ti accorgi che mentre fai finta di ascoltare ciò che dice tua madre, in realtà pensi all'ultimo bacio che ti ha dato e involontariamente ti passi le dita sulle labbra, come per sentirlo. Per non parlare poi di quando ti ritrovi ad usare le sue parole, le sue espressioni, i suoi modi di dire.

Come si fa a cancellare una persona dalla propria vita? Come fai a liberartene, se anche dopo averlo eliminato dalla memoria del tuo telefono, ogni tanto scorri con le dita sulla rubrica per inviargli un messaggio, prima di ricordarti che non puoi più farlo?

martedì 30 marzo 2010

Three is a magic number


Sabato è stato stranissimo. Ho trascorso tutta la notte in compagnia di L., senza fare granché, in realtà. C'eravamo solo noi due, una stanza vuota e un lettore mp3, quindi non c'era molto da fare neanche volendo... Ma è stato fantastico!
E poi, domenica mattina, è partito per il Giappone, così, senza un motivo. Starà via due settimane.
Non sapevo se mi sarebbe mancato. La nostra relazione è talmente strana, ultimamente, che effettivamente ho bisogno di questo tempo per schiarirmi le idee.
Comunque oggi bighellonavo serenamente su Facebook, quand'ho visto comparire i ben noti cartellini rossi con all'interno il magico numero 3. Sulla mia bacheca i suoi simpatici messaggi recitavano: "Ciao! Sono in Giappone!"; "Mi dispiace, non posso trattenermi, ho solo 28 secondi, comunque sto bene"; e infine "2 secondi...".

Ora, posto che mi ha messo addosso un ansia pazzesca leggerli, perché mi immaginavo lui che faceva scorrere le dita sulla tastiera a tutto gas, cercando di dare qualche piccolo segnale di vita sia a me che ai suoi parenti in soli 28 secondi... Mi ha resa tanto felice!
Saltellavo gioiosa come una bambina, pensando che forse mi vuole ancora bene, visto che si dà pensiero di farmi avere sue notizie anche dall'altra parte del pianeta e con soli 28 secondi a disposizione. Dovevo pur condividere il mio entusiasmo con qualcuno, per cui ho preso il telefono e ho composto il numero del mio miglior amico che ormai so a memoria. Dopo avergli raccontato tutto quanto, queste sono state le sue parole:

- La cosa che mi fa veramente incazzare, è che non glielo dirai! Voi donne pretendete che siamo sensibili, che esprimiamo i nostri sentimenti, che vi facciamo sapere quello che proviamo... Ma voi non lo fate mai. Non dirai mai al tuo ragazzo che sei stata davvero felice di avere sue notizie, solo per uno stupido senso d'orgoglio, perché vuoi preservare la tua dignità. Ma quale dignità?

Specialità trova l'errore

- Perché stai ridendo?
- Beh... Perché è meglio ridere che piangere, no?
- Che idiozia. Non è che sia tutto bianco o nero, c'è anche il grigio. Non è che se non piangi devi per forza ridere, puoi anche semplicemente stare ferma.


- E' meglio morire o fare sesso con me?
- Fare sesso con te... Ma che c'entra? Non mi sembra una scelta logica.
- Lo è, perché se scegli me, scegli la vita. Non potresti stare con me, se fossi morta, e quindi se scegli il piacere, scegli la vita.


- Cosa vuoi? Tornare indietro, oppure andare avanti? Continuare a cercare di tornare al passato, o avanzare verso il futuro?
- Rimanere nel presente, non è possibile?


Non sono discorsi del tutto insensati... Perché allora c'è qualcosa che non quadra?

domenica 28 marzo 2010

Se lui parlasse...

  • Mi siedo sul mio letto e, non chiedetemi perché, dopo aver fatto a brandelli una lettera, ne ingoio i pezzettini, per distruggere le prove del delitto. Mentre finivo il mio lauto pasto letterario, alzo lo sguardo e lo vedo che mi osserva. Gira la testa di lato e se ne va con aria di disapprovazione.
  • Sdraiate sul divano con aria distrutta, stringiamo tra le mani bottiglie di birra e di martini. Per terra giacciono bicchieri, bottiglie vuote, mozziconi di sigarette, posaceneri improvvisati. Lui entra nella stanza, ci guarda, si avvicina... E se ne va disgustato.
  • Un assordante unz-unz-unz turba la quiete pomeridiana. In mezzo al salotto, mi diletto in piroette improvvisate, passi alla Michael Jackson e mosse degne di John Travolta in Febbre del sabato sera. Lui non sembra neanche più sconvolto, oramai, e mi guarda con aria sonnolenta dal suo angolino. Non batte ciglio nemmeno quando, a forza di fare movimenti inconsulti, sento un inquietante rumore che non può significare che una cosa: i miei bellissimi pantaloncini fosforescenti si sono appena strappati.
  • Usciamo per fare una passeggiata insieme. Piove, ma io sono di ottimo umore. E' estate e fa caldo. Lo guardo e, senza un motivo, mi tolgo le scarpe e inizio a saltellare scalza da una pozzanghera all'altra, ridendo come una bambina. Lui si è arreso alla mia evidente follia, e si diverte come un matto a saltare con me.
Ah! Per fortuna tu non parli, mio piccolo complice. Mi chiedo cosa diresti, se potessi parlare, cagnolino mio.

mercoledì 24 marzo 2010

Baby come back

Quand'ero una giovane 15enne fiduciosa mi ero capitato di leggere un libro in cui un uomo scriveva ogni giorno una lettera per il futuro amore della sua vita, raccontando le sue giornate e quelle piccole cose che avrebbe voluto condividere con qualcuno di speciale che ancora non c'era. Mi era parsa un'idea talmente geniale che avevo deciso di seguire il suo esempio e così mi ritrovavo la sera a scrivere lettere d'amore per un fantasma. Ne scrissi diverse: raccontavo di me, della mia vita, delle mie amiche, di quello che mi piaceva fare, delle cose che amavo. Le conservavo tutte in una scatoletta che custodivo gelosamente in fondo al comodino.
Quelle letterine stupide e infantili erano una parte di me, una parte della mia vita. Adesso le possiede il mio ex fidanzato. Gliele regalai per il nostro anniversario.
Le rivoglio. Rivoglio indietro me stessa, quella che lui si è portato via.

martedì 23 marzo 2010

La lotta

Cammino velocemente per strada assorta nei miei pensieri. Il tempo atmosferico sembra in sintonia con il mio stato d'animo: il cielo cambia in fretta, passando dalle nuvole nere, a un tiepido sole primaverile, a una pioggerellina leggera. E poi, eccolo lì, l'incubo peggiore per una persona in quello stato d'animo: la conoscente impicciona!
Che la lotta abbia inizio.

Round 1

- Ciao! Come stai? Quanto tempo! - Si, stavo cercando di evitarti, infatti. - Come va la vita? Ho sentito che stai insieme a X! Lo sapevo che sarebbe finita così, me lo sentivo, sin da quando vi ho conosciuti, era ovvio che vi sareste messi insieme.

- Ci siamo lasciati. - Lei fa la faccia da non-vedo-l'ora-di-dirlo-a-tutti-quelli-che-conosco, poi cerca di darsi un contegno, fingendo di essere mortificata.

- Ooooooooh! Come mi dispiace! Ma lo sai che io invece sto insieme a Y? - Dove Y sta per quel super-figo che mi è sempre piaciuto, e lei lo sa benissimo.

- Ah. Che bello.

Uno a zero per lei.

Round 2

- E con l'università come procede?

- Bene... - Rispondo senza la minima convinzione.

- Ah, si? Quanti esami hai fatto?

- Beh, ecco... (Censura. Voglio conservare la mia dignità)

- Come mai così pochi? Oh, mi dispiace! Io? Li ho fatti tutti, naturalmente, ma non sono molto soddisfatta dei risultati. - Per un secondo mi illumino d'immenso, sperando che mi confessi di avere la media del 18 scarso. E invece... - Ho solo la media del 25.

Due a zero per lei.

Round 3

- Lo sai che ho appena traslocato? Sì, mi sono presa un appartamento in città. Ma tu, come mai ancora con i tuoi? Ma ti tocca prendere il treno tutte le mattine? Ma non ti stufi? - Certo che no, tesoro. Figurati, faccio la pendolare per puro divertimento.

Tre a zero per lei.

Round 4

- Andiamo a pranzo? Mangi solo quello? Sei a dieta? No, io sono contraria alle diete - E qui si sfila la giacca, mostrandoti quant'è perfetta nella sua taglia 38.

KO

lunedì 22 marzo 2010

R.I.P.

- Stella, mi dispiace. Non volevo farti questo! Ti prego, non fare così. So di aver rovinato tutto. Ti ho resa infelice ancora una volta, ma i peccati si fanno in due e tu potevi scegliere. - Per una volta sembri veramente dispiaciuto.

- Sì. L'errore è stato mio. Lo so. Per favore, non dire altro però. - Sono stanca, voglio solo dormire, non ho più nemmeno la forza di insultarti.

- Mi dispiace, mi dispiace davvero. Ma se lui ti rendeva felice, riprenditelo. Giuro che ti lascerò in pace. Ti starò alla larga.

- TROPPO TARDI! - Ho perso il controllo. Non riesco a tenere a bada le lacrime e ti urlo addosso tutta la mia rabbia. E' facile dispiacersi adesso. - Starmi alla larga? Hai rovinato tutto, ancora una volta. Per la millesima volta mi hai portato via TUTTO. E adesso vuoi girarmi alla larga? Dopo tutto quello che mi hai fatto... Vuoi anche lasciarmi sola?

E' solo una scusa. Una scusa per non perderlo, per non lasciarlo andare via proprio quando sarebbe il momento di liberarmene.

domenica 21 marzo 2010

Ma ne vale la pena?

Ogni relazione comporta rischi, sacrifici, ansie, compromessi, responsabilità, ma anche (si spera) gioie, speranze, felicità. La vera domanda è se alla fine della fiera, tra pro e contro, siano davvero i primi a prevalere. Ora provo a fare un bilancio complessivo delle mie varie storie:

+ 6 fidanzati
+ 5 amanti
+ Un totale complessivo di circa 19 mesi di felicità assoluta, facendo un calcolo aprossimativo su tutte le mie storie.
- Cuore spezzato 2 volte, più ammaccature di varia entità.

- 23 kg persi, non tutti in una volta, ma sparpagliati in vario modo dopo la rottura di ogni storia importante.
+ almeno 28 kg messi su quando, dopo essere dimagrita, decidevo che morire di fame per amore non era una buona idea e preferivo affogare il dolore nel cioccolato.
- Un totale complessivo di circa 21 mesi di totale apatia e/o depressione.
+ Una fortuna di soldi risparmiati in biglietti del cinema, cene, aperitivi e quant'altro, durante i quali i cavalieri si sentivano in dovere di offrire, e il mio portafoglio era assolutamente d'accordo.

- Una barca di soldi spesi in regali di compleanno, di anniversario, di Natale, di San Valentino e, soprattutto, per farsi perdonare dopo aver combinato qualche stronzata.

Ecco, questo è tutto quello che mi viene in mente, al momento. Chissà qual è il totale... Come se si potesse ridurre ogni cosa a una semplice equazione, poi.

sabato 20 marzo 2010

El universo sobre mi



E' rimasta soltanto una candela
accesa sulla torta
e sta per spegnersi.
Gli invitati stanno andando via,
io e te ci guardiamo
senza sapere esattamente cosa dire.

Niente che sveli quello che sento,
ché questo giorno è stato perfetto e sembro così felice.
Niente che faccia pensare che è da tanto
che faccio fatica a sorridere.

Voglio vivere, voglio urlare,
voglio sentire l'universo sopra di me,
voglio correre in libertà,
voglio trovare il mio posto.

Uno scherzo del destino,
il ritmo sfrenato
di una canzone che non finisce mai.
Ne ho avuto abbastanza.
Ho bisogno di qualcuno che capisca
che sono sola in mezzo a tutta questa gente.
Che ci posso fare?


Voglio vivere, voglio urlare,
voglio sentire l'universo sopra di me,
voglio correre in libertà,
voglio piangere di felicità.

Voglio vivere,
voglio sentire l'universo sopra di me.
Come un naufrago in mezzo al mare,
voglio trovare il mio posto.
Soltanto trovare il mio posto.

Tutti i giocattoli rotti,
tutti gli amanti impazziti,
tutte le scarpette,
tutte le casette delle bambole
dove organizzavo feste
a cui partecipavo soltanto io.

Voglio vivere, voglio urlare,
voglio sentire l'universo sopra di me,
voglio correre in libertà,
voglio piangere di felicità.

Voglio vivere,
voglio sentire l'universo sopra di me.
Come un naufrago in mezzo al mare,
voglio trovare il mio posto.
Soltanto trovare il mio posto.

Voglio vivere, voglio urlare,
voglio sentire l'universo sopra di me,
voglio correre in libertà,
voglio piangere di felicità.

Voglio vivere,
voglio sentire l'universo sopra di me.
Come un naufrago in mezzo al mare,
voglio trovare il mio posto.
Soltanto trovare il mio posto.

E' rimasta soltanto una candela
accesa sulla torta
e sta per spegnersi...

mercoledì 17 marzo 2010

Follia

- Sei strano. Anzi, no. Tu sei proprio pazzo.

- Sì, lo sono, molto più di te.

- Non credo. Tu sei pazzo quanto me, solo che io parlo e faccio di tutto per farmi capire, mentre tu invece ti crogioli nella tua condizione di pazzo incompreso.

- No, anche se volessi, non riesco ad aprirmi con nessuno, è più forte di me. Comunque... - Tace, riflette, sorride in modo malizioso. - sarai anche pazza, ma a letto sei uno spettacolo.

Mi avrà pure distrutta psicologicamente, in tutti questi mesi, ma questa piccola osservazione finale è stata un po' la rivincita.

martedì 16 marzo 2010

The eternal gaze

Adoro le opere di Giacometti. Quelle sculture longilinee e sottili mi sembrano così belle, così delicate, eppure così forti. Vorrei essere una di loro, e forse un po' lo sono.

"La differenza tra i vivi e i morti è lo sguardo..."





venerdì 12 marzo 2010

Il rinnovo

Sono sempre la solita, non c'è che dire. Il rinnovo è saltato per questioni tecniche. Vale a dire che mi sono fatta cogliere dal panico 3 giorni prima e ho cercato di mandare a monte ogni cosa, ma il mio tentativo è fallito miseramente: L. mi ha bloccata prima che potessi fare qualsiasi cosa e mi ha fatto notare che stare insieme può essere un bene per entrambi, forse. Non ne sono convinta, ma per adesso non sembra essere un male, e questo mi basta per andare avanti.
Poi, com'è logico che sia, appena c'è stato sentore di crisi ho scritto a D. Per fortuna mi sono ravveduta in tempo.

Da allora le cose procedono piuttosto bene, anche se ammetto che la situazione è bizzarra e a volte mi inquieta. Ci divertiamo, ma la mia testa malata cerca il modo per rovinare ogni cosa, perché così è più semplice.
Quando le cose vanno male non possono che migliorare, ora invece sono perfette così come sono... E ho paura.


- Penso di avere paura di essere felice.

- Come puoi avere paura di una cosa del genere?

- Perchè quando diventi felice, c'è sempre qualcosa che va
storto.

Questo dialogo tra Charlie Brown e Lucy mi sembra la chiave di lettura di tutto ciò che dico, faccio o smetto di fare in questo periodo.

sabato 6 marzo 2010

To be or not to be (insieme)...

Ed eccomi qui! Giovedì scade il contratto con L. e io non so ancora cosa fare.
Sono a casa sua, in questo momento, e mentre lui dorme beato, io mi chiedo se davvero è questo ciò che voglio.
La situazione è piuttosto complicata, e il fatto che io sia terribilmente lunatica non aiuta. Alterno giornate in cui mi trovo benissimo e lo adoro, ad altre in cui l'unica cosa che vorrei sarebbe sparargli in testa e girare alla larga da lui.
Ora provo a sistemare un attimo le idee. Procediamo con ordine, prima i pro:

  1. E' tenero, dolce ed ingenuo. Il genere di ragazzo per cui ci si prende una cotta alle medie. Lui è quello che in seconda superiore ti aspetta fuori da scuola e ti accompagna a casa tenendoti per mano.
  2. Le mie relazioni sociali non sono mai state tante fruttuose. Essendo lui un adolescente, è circondato da amici altrettanto adolescenti, con cui trascorrere delle serate adolescenziali, ma molto divertenti.
  3. Non riesce a capirmi fino in fondo, ma si sforza veramente tanto, ed è persino riuscito a decifrare i miei sbalzi d'umore. E' una delle poche persone che, dopo così poco tempo, capisce che ho qualcosa che non va semplicemente guardandomi negli occhi.
  4. Gli voglio molto bene.
I contro:
  1. E' tenero, dolce ed ingenuo. Che tradotto significa che quasi tutto ciò che sa - soprattutto sulle donne - l'ha appreso per interposta persona, sicché ha una cultura generale fondata sui luoghi comuni.
  2. I suoi amici, oltre che molto adolescenti, sono anche dei gran pettegoli e sparlano di noi appena ci giriamo un attimo. Il genere di persone con cui passare esclusivamente delle serate in cui la musica è abbastanza alta da non sentire quello che dicono.
  3. Non riesce a capirmi fino in fondo, anche se si sforza tanto. E sommando questo al punto uno, si ottiene come risultato che mi tocca spiegargli più o meno tutto ciò che mi passa per l'anticamera del cervello, con tanto di sottotitoli, perché sennò non ci arriva.
  4. Gli voglio molto bene, ma non ne sono innamorata, e non so se sia soltanto una questione di tempo. Gli sono molto affezionata, ma più come a un amico che come a un fidanzato.
Per fortuna ho ancora una settimana per pensarci!
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