domenica 9 maggio 2010

Domenica mattina

Apro gli occhi di soprassalto. Non capisco dove mi trovo, ma so che da qualche parte vicino a me dovrebbe esserci anche Lui. Con la mano inizio a sondare il terreno vicino a me. Dov'è finito?
Mi alzo, cercando di scorgerlo nel buio pesto, ma la testa gira troppo velocemente e sono costretta a sdraiarmi di nuovo. Ma dove sono?
Gira ogni cosa, non riconosco quel posto e, soprattutto, Lui non c'è. Mi giro sul fianco e identifico la macchia sul cuscino accanto alla mia testa come una mucca: dunque sono in camera mia. Con le mani tremanti cerco la lampada sul comodino e la accendo. Oso sedermi di nuovo, ma questa volta lentamente.
Tengo la testa tra le mani, come se stessi cercando di fermarla, ma quella continua a girare. Lo sguardo mi cade sulle mie gambe e mi accorgo con orrore che sono piene di sangue. Dopo averle ispezionate attentamente, mi calmo, sono solo un po' di graffi. La memoria inizia a tornare: io e Lui, le rose... Tutte quelle spine!
Pian piano mi tornano in mente brandelli di incontri avvenuti nel corso della serata. Non posso aver detto a Luca che assomiglia a Paris Hilton! E ho sul serio detto a Nicola che è brutto come l'anno della fame?

Ahia. La testa.

Basta! Io con l'alcol ho chiuso (almeno per un paio di settimane).

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