mercoledì 5 maggio 2010

Sfiga

Come ogni Lunedì sera, mi piazzo davanti alla tv con tanto di coperta, the caldo (visto che sembra essere ritornato l'inverno) e Lie to me in prima visione. Il weekend è stato a dir poco impegnativo, per cui ero proprio felice di starmene a casa senza fare nulla... E anche se avessi voluto non avrei potuto fare altro, dato che i miei genitori erano del parere che fossi uscita abbastanza.

Lui, invece, non era d'accordo, il maledetto. E ha vinto lui. Con conseguente uscita di nascosto.
Ora, io inizio a credere che tutto il resto della serata sia stata una punizione divina per essere uscita di nascosto quando invece avrei dovuto essere nel letto (mio, non suo):

Usciamo di casa con l'intenzione di goderci una semplice passeggiatina notturna di non più di mezz'ora. Com'era ovvio, dopo 10 minuti, e senza alcun preavviso, è iniziato il diluvio universale. Inutile aggiungere che eravamo lontanissimi da qualsiasi posto asciutto, senza un ombrello e che indossavo le mie ballerine preferite, che dopo 2 minuti erano diventate uno straccio non meglio identificato, assolutamente da buttare.
Valuto velocemente che non possiamo recarci a casa mia per ovvi motivi, per cui iniziamo a correre verso casa sua. Davanti al portone di casa sua troviamo la macchina di suo fratello, quello che mi odia. Sono troppo in imbarazzo e lo supplico di non farmi subire una scena imbarazzante, non con quei capelli e le scarpe bagnate (lo so, sono vanitosa, ma se devo affrontare qualcuno che mi odia preferisco farlo quando non sembro proprio una barbona). Lui entra per recuperare un ombrello, per quanto ormai non serva a molto, ed esce di nuovo.
Ci avviamo verso la sua macchina, senza sapere bene cosa fare. E' mezzanotte passata di un lunedì sera e nella nostra zona cercare di trovare un locale aperto è come sperare di trovare un uomo etero, affascinante e multimiliardario. Io sarei pure del parere di tornare a casa, ma lui invece parcheggia la macchina nel nostro posto segreto, dicendomi che gli sono mancata a vorrebbe passare un po' di tempo con me. Le seguenti due ore sono confuse. Penserete "sesso a oltranza" e io vi rispondo: Magari!
No, ci siamo addormentati. Ma si può?
A un tratto mi sveglio, noto con orrore che sono quasi le 3 di notte e gli ordino di riportarmi immediatamente a casa. E... E... E... Ho dimenticato le chiavi! Non è possibile. Immagino tutta una lunga serie di scuse per spiegare ai miei genitori per quale motivo mi trovi chiusa fuori casa nel cuore della notte, quando invece dovrei essere a letto già da un pezzo; lui invece mi dice di stare tranquilla. "Basta scassinare la porta. Hai una forcina?". Credo che la mia faccia in quel momento sarebbe stata da fotografare.
Dopo una discussione infinita, acconsento a fargli tentare di aprire la porta. "Un tempo lo facevo per hobby - mi racconta -, facevamo delle gare con mio fratello a chi apriva prima porte e lucchetti". Io sono sempre più allibita.
Studia la serratura, analizza il problema, valuta tutte le possibilità e infine dichiara che dovremmo passare da casa sua per recuperare l'attrezzatura necessaria. Da allora in poi è tutto un continuo via vai in macchina tra casa mia e casa sua per recuperare utensili vari.
Nel frattempo, la vicina della casa di fronte si accorge di rumori e movimenti sospetti e suppongo stesse per chiamare i carabinieri, finché non mi riconosce, mi guarda infastidita e se ne torna a letto. Allora insisto col mio fidanzato perché lasci stare, dato che è evidente che non ce la faremo mai ad aprire la porta. Lui se ne viene fuori dicendo che potremmo provare a entrare dal balcone sul retro. Ma il tentativo fallisce miseramente.
Disperata, valutando che ormai sono le 4 e che sta per ricominciare il diluvio universale, acconsento ad andare a dormire da lui, ma con la clausola che ci dovremmo svegliare entro le 5.30, ora in cui il mio vicino di casa va al lavoro, per potergli chiedere di lasciare la porta aperta e riuscire a rientrare prima che si sveglino i miei.
Per non disturbare sua madre ci accomodiamo in cantina e decidiamo che rimanere svegli sia la cosa migliore, dato che la scarica di adrenalina per tutte le peripezie precedenti ha fatto passare il sonno ad entrambi.
Alle 5.25 ci apprestiamo a uscire, convinti del nostro piano, ma rumori sospetti al piano di sopra ci inducono a rimanere fermi dove siamo. Suo padre si è appena svegliato per andare al lavoro e Lui mi prega di rimanere lì finché non se ne sia andato, per evitare altri guai.
Cerchiamo di stare immobili, abbracciati sopra un puff, perché basta un minimo movimento per farci scoprire, dato che di sopra si sente ogni cosa e tutto in quella stanza sembra progettato per fare rumore.

La luce del sole negli occhi mi sveglia di soprassalto e non è difficile intuire che le 6 di mattina, limite massimo per rientrare a casa, siano passate da un po'. Bene!
Sua madre telefona, incazzata come una pantera, dicendo di averci visti andare in giro come due vagabondi per tutta la notte e accusandoci di spacciare droga.
Mia madre telefona, spaventata a morte, chiedendomi quando sono uscita perché non mi ha sentita. Dichiaro di essermi alzata presto per andare a lezione e la sento mentre urla contro il babbo che riteneva invece che non fossi uscita, facendole prendere un colpo. Mi sento un po' in colpa ma tiro un sospiro di sollievo, che dura gran poco perché subito dopo la mamma mi dice che in tal caso mi aspetta nel tardo pomeriggio, come ogni martedì.

La situazione degenera e dopo aver litigato con lui, esco, pensando di prendere il treno per recarmi in facoltà, ma mi sfugge sotto il naso e il prossimo passa da lì a tre ore. Sono senza un soldo e ricomincia a piovere.
Lui mi telefona per scusarsi e mi chiede di tornare da lui. Io lo raggiungono, ma mentre architettiamo il da farsi veniamo raggiunti da sua madre che, dopo che lui le ha spiegato la situazione è leggermente più tranquilla, ma ci chiede di fare una lunga serie di commissioni.
Nessun problema... Se non per il fatto che richiedono tutte di spostarci all'interno del paese, per cui le probabilità di incontrare i miei genitori sono altissime.
Per fortuna non li abbiamo incontrati, ma credo di aver avuto 50 infarti e adesso mi ritrovo distrutta e con la febbre.

E' l'ultima volta che do retta a quel piccolo criminale, quando invece dovrei semplicemente stare ferma e fare la brava.

5 commenti:

  1. Più che "sfiga" avrei chiamato il post "avventura ad alto rischio". Hai mai pensato di raccogliere tutti questi post, romanzarli un po e farci una raccolta di racconti o un racconto lungo? Sarebbe strabello.

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  2. Ahahah... Paul, mi lusinghi! ^.^ No, non ci ho mai pensato, però magari un pensierino ce lo faccio. Casomai sarai il primo a saperlo, anche perché potrebbe essere gratificante avere almeno un lettore, eventualmente! =P

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  3. P.S. Non ho saputo resistere e ho dovuto creare una pagina su facebook apposta per te xD

    "Lettori dei blog che suggeriscono di scrivere un libro"

    http://www.facebook.com/?ref=home#!/pages/Lettori-dei-blog-che-suggeriscono-di-scrivere-un-libro/108150819228396?ref=ts

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  4. Grandissima! Dai, se lo scrivi ti faccio da revisore di bozze, che quando si tratta di scrivere posso dire la mia.
    :)

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