domenica 21 febbraio 2010

A posteriori

Lui per me è importante, una presenza fondamentale nella mia vita. Mi ha cambiata, mi ha cambiata per sempre e da quando l'ho conosciuto so che nulla sarà più come prima. Ricordo con esattezza la prima volta che ci siamo visti, il primo bacio, le prime carezze, la nostra prima uscita, la prima volta che abbiamo fatto l'amore. Certo due anni sono lunghi e i ricordi a volte si mescolano tra di loro, si annebbiano, si confondono, ma non potrei mai rimuoverli.
Lo so che noi due non potremo mai essere amici, non lo siamo mai stati, è sempre stato solo il mio fidanzato, eppure gli voglio bene e se non possiamo essere amici ci tengo a intrattenere dei rapporti quanto meno civili. E' proprio per questo motivo che, dopo averci pensato a lungo, gli chiedo di vederci.
Speravo in un incontro in territorio neutro, invece per circostanze varie, l'unica possibilità è quella di incontrarci a casa sua. Mi sento terribilmente in imbarazzo, per me quella casa è piena di ricordi.
La conversazione è impacciata. Entrambi cerchiamo disperatamente argomenti di conversazione poco rischiosi, soppesiamo le parole, evitiamo di incrociare gli sguardi. Bene, ce la possiamo fare. Poi la conversazione ci sfugge di mano, non so come siamo finiti lì.

- Tu mi hai ferito, sai? Io non riesco più a fidarmi di una donna, non voglio un'altra come te, che mi faccia male.

- Lo so, mi dispiace. Ma anche tu non sei stato un bene per me. Negli ultimi mesi non c'è stato un giorno che non abbia pensato alla nostra relazione. Ne sono uscita distrutta, devastata.

Ci guardiamo, e leggo nei suoi occhi il mio riflesso: gli stessi dolori, rimorsi, rancori.

- Tu hai distrutto la mia personalità! - esclamiamo all'unisono.

Lo sapevamo di essere troppo diversi. Io ero giovane, immatura, non volevo crescere. Lui mi ci ha costretta. Io volevo solo divertirmi, anche se lo amavo. Lui pensava ad un futuro insieme, a rimanere legati per sempre.
Tutto ciò che io volevo contrastava con quello che voleva lui. Cercavamo di venirci incontro, ma non abbiamo capito dov'era il confine tra venirsi incontro e annichilarsi a vicenda.

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