domenica 31 gennaio 2010

Un giocattolo

- Potremmo fare sesso.

- No, grazie. - Questa sintetica risposta mi è appena costata tutta la mia forza di volontà. Non è facile pensarti, immaginarti, desiderarti e dirti di no.

- Ok... Però mi era rimasta la voglia dell'altra volta. - Lo dici come se si trattasse di un capriccio, e forse per te lo era, tant'è che mi hai pregata, convinta e poi hai cambiato idea.

- Dovevi cogliere l'attimo.

- Sto cercando di farlo adesso.

- Non sono un giocattolo.

- Non ho detto questo, però la voglia rimane.

- Non l'hai detto, però mi tratti come se lo fossi. Non mi sto riferendo al sesso, perché quello mi va benissimo e lo sai, ma sono stufa che tu mi scriva alle 4 del mattina solo per quello, che non risponda ai messaggi tranne che quando ti fa comodo, che schiocchi le dita e pretenda che io arrivi di corsa.

- Hai ragione, cercherò di non farlo più, mi dispiace.
Comunque spero che tu non ti arrabbi, se ti ribadisco che vorrei vederti. Ho proprio voglia di te.

- Io non mi arrabbio, però non è il caso.

La discussione prosegue all'infinito, per concludersi con:

- Allora tra 5 minuti sono sotto casa tua... Però non voglio obbligarti.

Ti odio. Ti odio. Ti odio. Soprattutto perché dopo 5 minuti ero già sotto casa mia e ti aspettavo, ma l'amore che nutrivo per te è tutto svanito. Provavo solo disgusto e amarezza. Perché allora non sono riuscita a dirti di no?

La storia infinita III

Venerdì sera (ovvero la perfezione)

Parliamo. E' facile parlare con te. Le parole escono incontrollate e dico più di quello che vorrei, forse per l'alcol o forse perchè non riesco a non dire la verità a quegli occhi verdi. Ti racconto la storia della mia vita. Ascolti con interesse, mi guardi negli occhi e taci, intervieni al momento giusto per farmi proseguire. Poi è il tuo turno: parli dei problemi con tuo padre, della tua famiglia, di come non ti sia mai capitato di innamorarti. E' così semplice, spontaneo. Nessun sotterfugio, nessun inganno, solo verità.
Mi abbracci, dolcissimo.

- Lo sai che la voglia di fare l'amore con te sarebbe tanta, e sarebbe facile farlo capitare, ma se succedesse ora sarei solo un altro dei tuoi amanti... E rovinerei la nostra amicizia, non voglio farlo. Preferisco tenerti qui, così, tra le mie braccia.

Il tempo sembra fermarsi, mentre rimaniamo abbracciati. Guardo l'ora, ormai è tardi e devo andare. Mi accompagni alla porta, ti avvicini e mi schiocchi un fugace bacio sulle labbra: arrossisco, come quella che ero un tempo.

sabato 30 gennaio 2010

La storia infinita II

Sabato mattina

Non riesco a procedere in ordine. Non posso raccontare in maniera ordinata una storia che sembra non avere senso.

- Mi hai messa in difficoltà: è la prima volta che non riesco a scrivere un intervento per il blog. Qualunque cosa scriva mi sembra banale, rispetto a una serata così speciale.

- Parti dalla fine, che ti ha cambiata.

- Mi ha cambiata?

- Si.

E' vero, accidenti. E' stato bello, perfetto. Rimanere abbracciati, parlare, dormire. Non fare sesso. Mi hai cambiata, hai ragione tu. Oh, dannazione, non riesco a dire altro.

La storia infinita I

Anno scolastico 2002/2003

Il mormorio incontrastato di 18 quattordicenni copre la voce squittente dell'insegnante, che tenta invano di spiegare la geografia africana. In fondo all'aula, nella banca centrale, sediamo io e te. Scarabocchio sul quaderno e ti guardo di nascosto. Ti giri, e mi guardi anche tu. Sorrido, sorridi. Arrossisco e mi sento felice.

venerdì 29 gennaio 2010

Un salutare saluto

Appoggio la testa contro il finestrino e chiudo gli occhi; sento un groppo in gola e mi mordo il labbro per non piangere; stringo i pugni. Alzo il volume dell'mp3 per coprire il rumore dei miei pensieri, ma come per dispetto parte la canzone che cercavo di evitare. L'immagine di noi due su un treno uguale a questo fa capolino nella mia memoria: non riesco più a trattenere le lacrime che scendono copiose. Dannazione!
Il treno si ferma, scendo in fretta, travolgendo un ignaro passante, e mi precipito in bago. Non realizzo nemmeno quello che sto facendo. Le mie dita si muovono velocemente verso la gola e il dolore, lo sforzo, il cibo che sale annullano per un istante il pensiero di te. Continuo a piangere. Ti odio!
Mi alzo tremante e mi avvicino al lavandino. Una donna di mezz'età appena entrata nell'angusto spazio del bagno mi guarda si sottecchi. Osservo il mio riflesso dal colorito pallido tendente al verde: il mascara ha lasciato tracce di lacrime nere sull mie guance. Faccio il possibile per riparare al disastro ed esco dal bagno, raccogliendo tutta la dignità che mi è rimasta.
Vorrei odiarti ma non posso.

Era davvero un così gran sacrificio dirmi un semplice, minuscolo ciao e risparmiarmi tutta questa sofferenza?

Agenzia matrimoniale

Bip-bip, bip-bip!

- Ho paura che Chiara mi stia tradendo, cosa devo fare?

Bip-bip, bip-bip!

- Ieri sono uscita con Stefano, che mi ha confidato di essere innamorato di me, ma io non so cosa provo per lui e non sapevo cosa dirgli, così gli ho detto che avevo bisogno di tempo per pensarci, ma non so davvero cosa fare. Tu che ne pensi?

Bip-bip, bip-bip!

- Ho un problema. Vedi, Martina mi ha detto che...

Bip-bip, bip-bip!

Bip-bip, bip-bip!

Bip-bip, bip-bip!

Bip-bip, bip-bip!

Con tutta questa vita sentimentale altrui da gestire, perché averne una propria?

Bip-bip, bip-bip!

Perplessità

- Scrivere aiuta a cercare il confronto con se stessi più che con il mondo. Sentire il bisogno di scrivere ne indica la necessità quindi. Cosa devi capire di te stessa?

- Tutto.

- Forse hai bisogno di un confronto attivo, e non solo passivo, che ti rassicuri sulla normalità di certe problematiche.

- Forse.

giovedì 28 gennaio 2010

Rimembri ancora?

Sono due mesi che non ti scrivo, nemmeno gli auguri di Natale, ma oggi non ce l'ho fatta, è stato più forte di me, mi mancavi:

"Ciao, come stai? Quanto tempo che non ci si sente! Mi chiedevo se ti andasse di venire da me per una serata tranquilla, con i soliti amici."

"Mi farebbe piacere, ma ho un esame tra poco. Magari più avanti. Stammi bene."

Non mi dispiace per la serata. Davvero non aveva importanza... Ma non parlarmi come se fossi un'estranea, non usare quel tono distaccato, non essere freddo.
Sono io, mi ricordi ancora? Sono quella con cui facevi i pic-nic, al parco, in estate. Sono quella con cui facevi i pupazzi di neve in inverno. Sono quella con cui assistevi ai concerti di violino, una volta al mese. Sono quella che dovevi portare in braccio, in giro per il centro, perché non riusciva a camminare sui tacchi. Sono quella che lasciava il telefono acceso col volume al massimo, durante la notte, nel caso non riuscissi a dormire e ti andasse di parlare. Sono quella che credeva davvero che potessi diventare un bravo scrittore e che ti sosteneva nella tua scelta. Sono quella...
Io sono quella che ti amava.
Ti ricordi? Ho passato i due anni più belli della mia vita con te. Sono stata felice, e sarei pronta a scommettere che lo sei stato anche tu, nonostante tutto. Non rispondermi come se fossi una che passava di lì per caso!




mercoledì 27 gennaio 2010


- Nell'ultimo periodo sembri più felice... O almeno sembra che tu abbia voglia di esserlo.

Ma sei stupido?

- Ti senti superficiale?

- Sinceramente, no.

- Si, ma forse lo sei, perché sei troppo concentrata su te stessa e quindi sei superficiale.

- Io sono, effettivamente, troppo concentrata su me stessa, ma ciò mi porta ad avvertire il bisogno di razionalizzare tutto ciò che mi succede, per cercare di comprenderne le ragioni e, soprattutto, i meccanismi. Io mi studio, perché sono consapevole di essere profondamente nevrotica, e cerco di capire per quale motivo tendo ad assumere degli atteggiamenti palesemente autolesionistici, pur essendo pienamente consapevole di quello che faccio.

- Perché magari non ci pensi. Secondo me hai trovato un tuo equilibrio nel tuo squilibrio.

- Caro, io un equilibrio nel mio squilibrio ce l'ho sempre avuto. Sono sempre stata nevrotica, ho sempre avuto una certa propensione per la follia... Ma da 7 mesi a questa parte non si tratta più di semplice propensione. E non puoi dirmi che ho trovato un mio equilibrio. L'equilibrio, pur con tutte le nevrosi di questo mondo, esiste solo se c'è almeno una parvenza di serenità e io non ho più nemmeno quella.

- Mi sembrano discorsi da Grande Fratello... Lo sai che c'è un mio amico che è andato al grande fratello?

Ah, ecco. Bene. Probabilmente il tuo cervello l'hai prestato a lui.

lunedì 25 gennaio 2010

Tredicenne

E' online, è online, è online! Mi parla, mi scrive, mi vuole.
Ci vediamo? No. Ok, non insisto.
Noooooooooo. Insisti, insisti, insisti.
Come va la tua vita? Bene e la tua? Bene... Mi sei mancata.
Ooooooh... Io... Ecco... Per fortuna sulla chat riesco a non balbettare e non si vede il mio allegro colorito rosso rossissimo.
Sorrido come un'ebete di fronte al computer.
Sei carino. Parli dell'ultima volta che ci siamo visti, come se davvero avesse voluto dire qualcosa per te e mi accorgo di essere talmente felice da avere le lacrime agli occhi.
Butti lì una frase un po' cattivella e la tristezza mi coglie, profonda e dolorosa.
"Vorrei vederti, davvero. Lo so che è tardi e domani dobbiamo alzarci entrambi presto, ma non ti andrebbe?"SI. Non ce la faccio a trattenermi. E' più forte di me. SI! SI! SI!
Rido e piango come un'idiota sopra la tastiera. Mezz'ora di felicità.

La dipendenza

Io odio il fumo.
Detesto sentirne l'odore sui vestiti, e ancor di più sulle mie mani, sulla mia pelle. Non ne sopporto il sapore. Odio la sensazione del fumo che scende lungo la gola. Mi fa persino stare male: dopo ogni sigaretta mi gira la testa, ho la nausea, mi manca l'aria, mi sembra di stare per svenire.

- Quante sigarette hai già fumato questa sera? Mi pare sia la quinta che te ne vedo tirare fuori, nel giro di 2 ore. Forse dovresti provare a smettere, inizi a diventare dipendente.

Sorrido e annuisco. Non ti confesserò mai che non fumavo da diverso tempo. Non ti dirò che odio il fumo. Non ammetterò mai che questa sigaretta non è un piacere, ma una punizione.
Non potresti capire che io non ho una dipendenza da nicotina, ma dal dolore.

domenica 24 gennaio 2010

Non m'innamoro più



Innamorarsi va bene, ma
passata la festa,
cosa resta?
Un male qui, un vuoto in testa.
Io, io non mi innamoro piú.
Io, no, non mi innamoro piú.

Innamorarsi vuol dire che
regali il tuo cuore ad un intruso.
Te lo ridà che è fuori uso.
Io, no, non mi innamoro piú.
Io, no, non mi innamoro piú.

Ci son passata anch'io, però
ormai son libera disponibile.
Ma guardando le scottature,
dico a te: diffida tu pure.

Innamorarsi secondo te
è stare nell' occhio del ciclone.
Ovverosia la distruzione.
Io, io non mi innamoro più.
Io, no, non mi innamoro più
E non prendo più scottature.
Se è cosi aggregati pure.

Innamorarsi mai più, mai più
Il cuore vuol vivere sereno.
Ecco perché, per oggi almeno,
Io, io non mi innamoro più,
Io, no, non mi innamoro più.
Io, no, non mi innamoro più.

sabato 23 gennaio 2010

Il liceo

Ogni anno la nostra vecchia scuola organizza un Open day, durante il quale i ragazzi delle medie possono visitare l'istituto, incontrando i professori, gli studenti, gli ex alunni, per cercare di farsi un'idea complessiva che li aiuti nella loro scelta.
Ai tempi in cui ero una giovane liceale - sono passati solo 2 anni, ma mi sembra davvero una vita - adoravo quella giornata, vedere i futuri studenti era sempre entusiasmante, mi faceva venire in mente com'ero io a quell'età e mi sentivo una persona migliore, per cui ero sincera quando dicevo loro "Questa scuola vi cambierà la vita!".
Questo pomeriggio ho ricevuto una telefonata dal preside: c'era bisogno di ex alunni che parlassero della loro esperienza scolastica e io, naturalmente, ero più che felice di assolvere a questo compito.
Che dire? Mi sono commossa nel rimettere piede tra quelle mura alte e fredde, che un tempo mi spaventavano così tanto. Ho abbracciato con piacere la mia ex insegnante di Latino e Greco, che non vedevo dall'anno scorso. Ho accarezzato le pile di dizionari rossi con la scritta GI di fianco, di cui ho sempre più nostalgia. Ho parlato a gruppi di 14enni impauriti e ai loro borghesissimi genitori di quanto siano importanti per crescere, gli anni delle superiori.
Come ad ogni Open day ho dovuto rispondere alla fatidica domanda "Ma a cosa serve sapere il Latino e il Greco antico, nella vita?". Ma come fare a spiegare a qualcuno che non l'ha vissuto che non importa se il Latino e il Greco non riuscirai mai a tradurli - io non ci sono mai riuscita -, perché quello che conta veramente è che quando sei triste, due anni dopo aver finito il liceo, puoi cercare il tuo ex insegnante di Letteratura e questi per te avrà sempre una parola di conforto? Chi se ne frega se le ore settimanali di Inglese sono troppo poche, se sai che quando hai bisogno di riflettere puoi tornare tra quelle quattro mura e che dal preside fino all'ultima delle bidelle si ricorderanno ancora il tuo nome e ti tratteranno come se fossi quasi una loro figlia? Quella non è una scuola, è una famiglia, anche perché il numero di studenti è piuttosto esiguo.
"Si sente dire in giro che dal punto di vista scolastico nessun istituto offra una preparazione migliore" "Si, ma dal punto di vista umano offre molto, molto di più."

Voglio tornare indietro!

giovedì 21 gennaio 2010

Il professore

Non ne ho proprio voglia, ma non posso mancare a quel concerto. Le mie amiche, e soprattutto lui, sarebbero troppo delusi. E va bene, mi vesto, mi trucco, cerco invano di nascondere quelle dannate occhiaie. Corro, sono in ritardo, sto perdendo il treno. Arrivo all'ultimo secondo, mentre parte, col cuore in gola. Mi siedo e cerco di riprendere fiato. Il biglietto! Ormai... Vedo il controllore in fondo al vagone. Siamo quasi alla mia fermata. Ce la farò, non ce la farò? Sembra essere il mio giorno fortunato, visto che si ferma a discutere con una donna di mezz'età che viaggia senza biglietto, dandomi la possibilità di fuggire e scendere dal treno con tutti i miei (pochi) soldi intatti.
Esco dalla stazione tirando un sopiro di sollievo e mi accendo una sigaretta: ho bisogno di calmarmi. Sono settimane che vado avanti a evitare le mie amiche, perché lo SANNO. Io so che loro sanno ogni cosa, anche se non dicono nulla.
Arrivo davanti al bar. Respiro profondo e apro la porta prima che mi manchi il coraggio. Eccole lì. Quelle ragazze mi vogliono più bene di quanto ne meriti, e proprio per questo faccio fatica a incontrare il loro sguardo. Non sembrano arrabbiate. Non capisco.
Inizio a rilassarmi, finalmente; le saluto con affetto, ma non riesco a nascondere il tremolio delle mie mani, che naturalmente non sfugge nemmeno a loro. Sono pallida, lo so. Cos'hai, cara? Perché non sei più venuta in città? Va tutto bene? Si, si, sto bene, mento.
Si avvicina anche lui. Mi saluta e mi guarda perplesso per un istante, poi mi sorride e mi dice "Tu hai bisogno di una tequila, cara". Le altre si voltano tutte a guardarlo con aria sconvolta "Per voi invece una coca-cola, non avete ancora l'età per bere alcolici". Rido. Ce l'ha fatta, è riuscito a farmi sorridere. Bevo la tequila alla sua salute, mentre le altre riescono ad arrivare a un compromesso e prendono una birra.
Dopo la terza tequila sono decisamente rilassata. Ballo, canto sulle note delle sue canzoni, lo guardo e sorrido.
Alla fine del concerto scende dal palcoscenico e mi porta in un angolo appartato.

- Come stai?
- Bene, bene - rispondo, senza pensarci, la classica risposta di routine.
- Dico davvero, come stai?

Gli sorrido. Gliene sono davvero grata. Quella semplice domanda mi fa stare molto meglio.

- Non tanto bene, prof., non è stato un bel periodo.
- Qualcosa ho saputo. Mi dispiace davvero, ma non ti abbattere. Al contrario, credo che dovresti approfittarne, per crescere, alla tua età è giusto che sia così. - Non lo dice con presunzione. Parla come un amico, non come un insegnante. - Sono esperienze che fanno male, perché ci costringono a renderci conto che anche noi siamo umani e che siamo vulnerabili. E' vero che il tempo cura le ferite, ma ognuno ha bisogno dei suoi tempi. Non metterti fretta, prenditi i tuoi tempi. Soffri, se ne hai bisogno, rifletti, su quello che è successo, e sul modo in cui lo stai affrontando. Ti aiuterà a crescere, a maturare... E quando sarai pronta, riprendi in mano la tua vita. Per adesso è giusto che lasci che gli eventi seguano il loro corso.
- Ci proverò. - E per una volta sono sincera.

Subconscio traditore!

"Concentrati, da brava, pensa ad altro" continuo a ripetere nella mia mente, per tutto il giorno. Quel pensiero ossessivo è sempre lì, da qualche parte, ma riesco a tenerlo ben nascosto. Ogni volta che sembra voler spuntare, come un fungo, in mezzo a mille idee, viene schiacciato e rimpiazzato in fretta, prima che possa fare danni.
Ma la notte... Maledetto! Quando mi rilasso, mentre dormo, compari nei miei sogni: eccolo lì, il pensiero che avevo evitato per tutto il giorno.
Non sei bello, fisicamente, ma la dimensione onirica ti ricopre di fascino. Ti osservo, sei proprio come l'ultima volta che ti ho visto, due mesi fa, sul mio divano; solo che questa volta non piangi, ma sorridi. Porti a spasso una bimba sul suo passeggino. Avverto una stretta al cuore. Non avevo mai valutato l'ipotesi di sposarmi e avere dei figli finché tu non mi hai fatto capire quanto ci tenessi a formare una tua famiglia... Nostra.
Ti siedi vicino a me, mi parli, mi prendi per mano. Sembra tutto così naturale, così spontaneo, come lo è sempre stato. Non ci sono incertezze, dubbi, silenzi imbarazzanti, frasi non dette; solo la più assoluta complicità. Sono rilassata, sei il mio migliore amico, sai tutto di me, non c'è motivo di agitarsi.

Fa così male svegliarsi. E' come perderti di nuovo...

mercoledì 20 gennaio 2010

Presunzione

Parliamo. Mi chiedi. Mi interroghi, come sempre. Mi piace la tua curiosità.
La tua totale mancanza di esperienza sembra darti qualcosa in più, piuttosto che qualcosa in meno.
Espongo il mio punto di vista su svariati argomenti, con aria sicura, come se sapessi quello di cui sto parlando.


- Si vede che hai le idee chiare - mi dici, quasi con ammirazione.

La voglia di ridere è fortissima. Idee chiare? Io? No, tesoro, sono solo una brava attrice. Le parole sono la mia specialità. Posso confonderti, ingannarti, farti credere ciò che voglio... E tu mi guardi, affascinato, come se le mie labbra fossero in grado di svelarti la verità.

- Io ho le idee chiare su tutto, tranne che su me stessa. - ti rispondo, tra il serio e il faceto.

Ti odio

- Mi manchi tanto. Mi manca il modo in cui dici "cèntro", il tuo sorriso, o il modo in cui giochi coi capelli quando sei pensierosa... Piccole cose.

- Beh, non c'era molto altro. Non ci conosciamo nemmeno.

- Lo so, ma sei una di quelle persone che ti rimangono in testa, che non riesci a dimenticare, che proprio non puoi fare a meno di pensare anche se le conosci solo da pochi giorni.

Ti guardo scettica. Li conosco quelli come te. Smettila di mentirmi, smettila! Lo so quello che vuoi da me. Non cercare di illudermi, non giocare coi miei sentimenti. Detesto le bugie.

- Ti va di fare sesso?

- Si.

Detesto fare sesso. Detesto quello che gli uomini sono disposti a dire/fare pur di portarti a letto. Stai zitto, sparisci. Non voglio vederti mai più!

- Bastava chiedere...


martedì 19 gennaio 2010

Stronza

Girando su facebook sono inciampata per caso in un video di quella che era la mia migliore amica alle elementari. Eravamo come sorelle e poi, crescendo, ci siamo perse di vista, senza un motivo.
Lei è diventata una ballerina classica e nel video si esibiva su un palcoscenico, volteggiando ritmicamente. Ammiravo i movimenti delicati ed eleganti, il suo sguardo profondo, la sua flessibilità. Mi lasciavo trasportare dalla danza, che sembrava quasi surreale, così magica...
Poi, un singolo pensiero mi attraversa la testa "Forse dovrebbe mettersi a dieta". E' perfetta, nel suo volteggiare, ma io non ammiro più la grazia con cui si sposta, ma mi concentro su quel insignificante centrimetro di grasso che ricopre le sue braccia. Mi concentro sul suo addome, cercando di capire se quello che vedo sia un microscopico rotolino, o solo una piega del vestito. Non è più perfetta, magica, misteriosa. E' diventata solo umana, banale, vulnerabile come tutti, mi è caduta dal piedistallo.
La mia mente diventa sempre più cattiva, sembra divertirsi a distruggere quel modello si perfezione, che so di invidiare, in realtà, perché io non riuscirei mai a essere bella e delicata come lei.
Mi fermo un secondo. Mi sovviene che quella povera ragazza, l'ultimo anno delle superiori, è stata ricoverata in ospedale per diversi mesi a causa della sua anoressia. Mi pento dei miei pensieri, mi sento il mio viscido dei vermi.
Rimetto il video da capo e torno ad ammirarla, finché all'improvviso non mi sfiora un unico, singolo pensiero: "Forse dovrebbe mettersi a dieta".

Illogica allegria


Che dire? Sono felice, per tante piccole cose. Motivi futili, fugaci, quasi banali. Adesso è così, magari tra mezz'ora non lo sarà più... Perciò voglio godermi l'attimo.

lunedì 18 gennaio 2010

Tranquillità

Sono così serena oggi... Come se tutto ciò che mi agitava nelle ultime settimane fosse scomparso. E' il potere del piccolo tenero D.
Ora ricordo peché ne ho così tanto bisogno, perché mi manca così tanto quando non lo vedo.
Non ne sono innamorata, ma è l'unica persona a cui bastano 5 minuti per calmarmi. Ha un effetto magico su di me. Annulla i miei pensieri. E' come se il mio cervello se ne andasse in vacanza per un po'. Certo, quando ritorna fa malissimo ed è il devasto, ma intanto posso godermi uno o due giorni di quiete assoluta!
E adesso... Il gelatoooo! Non pensiamo ad altro, per oggi niente domande, dubbi, incertezze.

domenica 17 gennaio 2010

Sei bellissimo

- Sei brutto e cattivo - ti dico, ridendo, tra le tue braccia. E' bello guardarti, da quella posizione, vederti sorridere, chiudere gli occhi, sentire i tuoi baci sulla fronte.
Diventi improvvisamente serio. Incontri il mio sguardo.
- Brutto può darsi, ma cattivo no.
Ti guardo dubbiosa per un istante. Solo un secondo. Poi mi rilasso e ti stringo forte.
Che importanza ha? Probabilmente non ti rendi neanche conto di farmi male...
E' vero, tu non sei cattivo... Sei solo stupido.

La resa

Sono le 6.47 del mattino. Mi hai appena riaccompagnata a casa, dopo 3 ore insieme.
Erano settimane che non ci vedevamo. Mi mancavi così tanto.
Sono settimane che lotto contro me stessa per non scriverti, non chiamarti, non cercarti più. Perché ogni volta che vai via mi fa male; ogni volta che vai via so che potresti non ritornare più; ogni volta che vai via prendi da me tutto ciò che posso darti, lasciandomi svuotata e piena di dubbi.
Oggi la lotta è finita. 1-0 per te. Ogni singolo bacio sapeva di resa. Ogni carezza sembrava urlare "Prendimi, prendimi, fammi tua!". Ogni secondo passato insieme mi privava un po' di più del poco amor proprio rimastomi e mi riduceva un po' di più alla tua volontà.



Mentre tutto scorre - Negramaro


Usami,
straziami,
strappami l'anima.
Fai di me quel che vuoi...

Ma non lasciarmi sola!

venerdì 15 gennaio 2010

Felicità fittizia

Mi rifiuto di lasciarmi abbattere! Perciò... Sono ore che mi guardo stratti stupidi di film della Disney! xD

Il crollo

Credo di essere riuscita a nascondere abbastanza bene il mio blog da non farlo trovare, anche senza bisogno di chiuderlo...
Ma sono troppo giù.
Sto cadendo a pezzi.
Sono talmente confusa che sarei persino tentata di accettare la proposta di matrimonio di quell'altro e di andarmene a vivere con lui dall'altra parte del mondo.
Qualunque cosa... Ho bisogno di fuggire, di scappare, di andare lontano, di sparire.
La tentazione di prendere una corda e appendermi da qualche parte sarebbe fortissima.
Ho finito le energie, le risorse, le speranze.
Sono mesi che vado avanti a lottare. Contro tutto e contro tutti... Ma soprattutto contro me stessa.
Mi arrendo, alzo bandiera bianca. Siete riusciti a togliermi le uniche cose che valevano ancora la pena... Adesso lasciatemi sola...

Ah, giusto, l'avete già fatto!

La fine


Ogni cosa mi sembra precaria in questo momento. Ogni amicizia, ogni legame, ogni amore è tenuto su in maniera fittizia da un filo sottile che potrebbe spezzarsi da un momento all'altro.
Basta un soffio di vento per far crollare questo castello di carte. E qualcuno non si è limitato solo a soffiare, ma ha colpito proprio con una mazza da baseball, creando il devasto più assoluto. Uffa!! Perché non ascolto mai i consigli di Anto'?! E va bene, stavolta me la sono cercata alla grande. La solita cogliona. Ora mi si priva pure del mio blog =( Nuuu! Mi piaceva troppo avere un diario dove raccontare più o meno tutto quello che mi passava per l'anticamera del cervello! Ora dovrò chiuderlo, almeno temporaneamente. Che rabbia, che fastidio, che odio!
Ma perché certe persone non possono mai farsi una bella dose di cazzi propri?

Nostagia



Tu mi coccolavi quando stavi con me,
ero più bello quando stavi con me.
Ero più giovane.

Ma sono diverso,
sono sporco,
avevo torto marcio...
Tu piangevi.
Io già recitavo,
erano anni che studiavo...
Alain Delon fumava.

Ti credi Alain Delon,
sei solo stupida.
Tu eri più bella quando stavi con me,
una modella che posava per me.
Com’eri piccola...

Il brutto anatroccolo

Fino all'età di 16 anni la mia autostima tendeva a meno infinito. Mi sentivo - e probabilmente ero - piuttosto bruttina. Cercavo sempre di nascondermi e di passare inosservata. Mi vestivo male nella speranza che nessuno mi guardasse. Portavo i capelli lunghissimi, lisci, il più banali possibile, perché non volevo essere al centro dell'attenzione. Mi camuffavo coi muri e con la tappezzeria. Volevo solo un angolino tranquillo dove starmene tutta sola, al riparo da sguardi critici.
Poi una sera ci ritrovammo con le mie amiche per andare al cinema. Andavamo a vedere La fabbrica di cioccolato, e mi sentivo di ottimo umore, per cui feci una serie di cose che non facevo mai: passai 2 ore a farmi dei graziosi boccoli con la piastra, mi truccai accuratamente, indossai una gonna che metteva in risalto le mie gambe e un maglioncino che mi donava molto. Volevo sentirmi carina quella sera, e in effetti era così. Volevo essere diversa dal solito e stupire un po' le mie amiche.
L'unica cosa che non avevo previsto, era che avremmo incontrato metà dei nostri compagni di classe... Che vergogna! Ogni volta che qualcuno dei miei compagni di scuola mi guardava con stupore - e, modestamente, persino con una punta di ammirazione - arrossivo, balbettavo, non ero più in grado di intendere e di volere.
Volevo indietro la me stessa trasandata, che nessuno degnava di uno sguardo.
Il giorno successivo a scuola i commenti erano strazianti... Eppure una parte di me era compiaciuta per tutta quell'ammirazione. I ragazzi della mia classe mi ricoprivano di attenzioni, in maniera scherzosa ma sempre lusinghiera, ed era persino stata inventata una simpatica canzoncina (ehmmm...) in mio onore, che dopo un po' canticchiava tutta la scuola.
Fu allora che cambiai. Radicalmente, da un giorno all'altro, come se tutta l'autostima che fino a quel giorno avevo tenuto nascosta fosse finalmente esplosa, lasciando vedere al mondo quello che c'era dietro la maschera che usavo per proteggermi.
Mi piace essere al centro dell'attenzione, mi piace essere ammirata. Non voglio nascondermi!

giovedì 14 gennaio 2010

Il pony rosa

 Tutte le bambine sognano d'incontrare il principe azzurro, sul cavallo bianco... Che regali loro un pony rosa, ovviamente!
Scherzando con un mio amico, qualche giorno fa, gli dicevo che ho sempre sognato di avere un pony rosa... Questa sera ci siamo incontrati insieme ad un'altra amica. Si rideva, si scherzava. Poi tira fuori un pacchetto regalo di colore rosa. Già lì mi si è acceso qualcosa... Lo apro e all'interno ho trovato un piccolo pony rosa, che porta in groppa Shelly, la sorellina di Barbie.
La scatolina di cartone ha la forma di un castello e sbrilluccica. Sul davanti si legge "Barbie, castello di diamanti".
Lo so che è stupido, ma per un secondo mi sono sentita una piccola principessa.

Vizi

- Ma tu bevi per dimenticare?

Sguardo storto. Mi hai presa per un'alcolizzata, razza di imbecille, solo perché ti è capitato di vedermi ubriaca la notte di capodanno? Come se fossi stata l'unica, poi.

- (Silenzio...)

- Forse non avrei dovuto chiedertelo, ma puoi anche non rispondere o mentirmi, se vuoi.

Ci penso un secondo. Mi sembra di vedere la situazione dall'esterno. Sembra così ridicola quella scena. Quella sua aria innocente, da ragazzino, con gli occhi enormi che mi guardano pieni di stupore e di domande che non osa porre. La mia aria da donna vissuta e dannata, con la sigaretta in una mano e un bicchiere di martini quasi vuoto nell'altra. Per un secondo, mi sento così diversa dalla donna perduta che vedo lì di fronte a lui. Quella non sono io. Sento la frana dentro di me. So che sto per crollare, perciò decido di parlare.

- Si. Io bevo, fumo, faccio sesso, mi faccio male per dimenticare.

- E ci riesci?

- A volte, altre un po' meno.

- Ci conosciamo appena, perché mi stai chiedendo aiuto?

Lo guardo infastidita. Ho forse detto che voglio il tuo aiuto? Ho mai detto di avere bisogno di aiuto in assoluto? No.
Ragazzino, quei tuoi occhi verdi e luminosi mi guardano, interrogano, indagano, cose che non sono disposta a farti conoscere. Non ancora, non oggi. Anche se volessi, non potresti mai aiutarmi.


- Non ti chiedo aiuto, rispondo alla domanda che mi hai posto, tutto qui.

- Ma non pensi che ora che io so, cercherò di aiutarti anche se tu non lo vuoi?

Mi guardi con aria di sfida. Sembri fiero di te stesso. Sei convinto di avermi messa alle strette. Come se per te significasse qualcosa riuscire ad aiutarmi.
Scoppio a ridere. Si, ora sono caduta davvero in un film dell'assurdo. Quella è la classica risata amareggiata di un personaggio privo ormai di ogni speranza.

- Tu non puoi aiutarmi. Nessuno può. Solo io posso decidere che voglio cambiare e di salvarmi. Sono come un drogato. Puoi costringermi a seguire la terapia, ma appena ti distrarrai un attimo, e succederà, io tornerò alla mia droga e tu non puoi fare nulla per impedirlo. Questa è una lotta contro me stessa e tu puoi fare il cavalier servente solo se io te lo permetto.

Mando giù tutto d'un fiato il martini rimasto e spengo la sigaretta. Mi alzo, sistemo le pieghe del vestito, prendo la mia giacca e la borsa. So che i tuoi occhioni da cucciolo seguono ogni mia mossa. Fai per alzarti anche tu, ma ci ripensi. Allunghi un braccio verso di me, poi lo abbassi. Blateri qualcosa che non capisco. Ti ho sconfitto. Ho vinto io.
Esco, l'aria è gelida. Cammino in fretta verso casa, mentre le lacrime iniziano a scendere.
No, forse abbiamo semplicemente perso entrambi...

Pantera


Ho mille cose che mi passano per la testa. Pensieri confusi. Uno prevale su tutti gli altri:

SONO INCAZZATA COME UNA PANTERA. ANDATE TUTTI A MORIRE AMMAZZATI.


mercoledì 13 gennaio 2010

Mentimi ancora...

Tu, proprio tu che mi fa soffrire, proprio tu che mi fai star male. Proprio tu che pretendi tutto da me, senza darmi niente in cambio. Tu, che mi ripeti quanto sia importante, che mi illudi, che mi riempi di favole e sogni, per poi sparire nel nulla senza alcuna spiegazione.
Tu mi dici "Non permettere mai a nessuno di farti soffrire".
Ti guardo mentre parli. Sei bellissimo. "Piccola, sei tanto dolce" continui a ripetere.
Sento il cuore che si riempie di gioia. "Io non sono cattivo, non voglio farti soffrire. Lo so che sei tanto fragile, ma dovresti smettere di soffrire per gente che non vale la pena, io per primo... Ma se hai bisogno di qualcuno, puoi contare su di me".
E io ci credo. Ci credo, perché so che stai mentendo, ma è la bugia più bella che abbia mai vissuto.
E' dal giorno di Natale che non ci vediamo più. Tre settimane. Ti sei limitato un "Buon anno", buttato lì, e a un vile "sesso", scritto alle 4 del mattino di una domenica, a cui non ho risposto perché credevo di avere ancora una dignità.
Mi manchi!

Danni









Volevi farmi del male?

Non continuare, ci sei già riuscito.

Un caro amico

Lo conobbi a 11 anni; lui ne aveva 16. Non stavo passando un gran bel periodo, ma per fortuna c'era lui. Mi veniva a prendere dopo scuola, mi riaccompagnava a casa e si fermava sotto casa mia per parlare, certe volte anche ore.
Gli raccontavo quello che mi succedeva, le cose che non capivo, quello che mi sembrava decisamente al di sopra della mia portata... E lui mi ascoltava, mi consigliava, mi capiva.
Io lo adoravo, come si può adorare un "uomo" a quell'età: mi sembrava il principe azzurro sul cavallo bianco; ma per lui era solo un'amica, una sorellina minore, una bambina.
Col tempo smisi di adorarlo. Mi innamorai di altre persone, iniziai ad avere i miei primi amori, e lui divenne solo un amico, il mio confidente.
Arrivata a 15 anni, lo consideravo ormai un fratello. Per assurdo, lui invece incominciò a guardarmi sotto un'altra ottica. Mi ripeteva spesso "Io ho, e ho avuto, tante ragazze, ma con nessuna c'è mai stata questa sintonia. Nessuna mi capisce come te. Nessuna è capace di darmi quello che tu mi dai. Io sento che tu sarai l'amore della mia vita".
Io ridevo e basta. Non gli ho mai confessato che un tempo avrei dato qualsiasi cosa per sentire quelle parole. In fondo, all'epoca ero davvero una bambina e quella fu una delle mie prime cotte. Non aveva importanza ormai.
A 17 anni passammo insieme un periodo bellissimo, isolati dal mondo. C'eravamo solo noi due, ed era bello così. Lui continuava a insistere sul fatto di amarmi, e che quel sentimento non sarebbe cambiato, ma lo conoscevo troppo bene per credergli, era sempre stato un dongiovanni. Rimanemmo solo amici, ma con una promessa: se entro 40 anni non mi fossi sposata, avrei sposato lui.
Sono passati 4 anni da allora. La nostra amicizia è sempre lì. Certe volte ci sentiamo tutti i giorni, altre volte magari non ci sentiamo per mesi, ma quando ritorna, è tutto magico come prima.
Mi è stato molto vicino in queso periodo e capisce quello che sto passando. E' il mio consigliere, come sempre.
La settimana scorsa mi ha detto "Sono passati 10 anni da quando ti ho conosciuta. Per me sei sempre stata fondamentale, sin dal primo istante. Il nostro rapporto è cambiato, è cresciuto insieme a noi. Sette anni fa ho capito di amarti e che sarebbe sempre stato così. Ho sempre pensato che alla fine ci saremmo sposati e saremmo stati felici insieme; sempre, anche quand'ero con altre persone. Volevo aspettare, perchè sapevo che prima o poi mi avresti amato anche tu, ma guardandoti e sapendo quello che stai passando, so che hai bisogno di me più che mai, e so anche di poterti dare tutto ciò di cui necessiti: amore, appoggio, compagnia, certezze. Perciò te lo chiedo, e ti prego di pensarci prima di rispondermi: Vuoi sposarmi?"

martedì 12 gennaio 2010

Lo rivoglio!

Lo rivoglio! Rivoglio indietro il mio piccolo tenero D.! Lo voglio per me. Voglio che sia mio, almeno per quella mezz'ora, alle 3 del mattino, quando mi butta giù dal letto per fare sesso veloce, prima di andare a dormire.
Non mi importa se mi usa, non mi importa se non gliene frega niente di me. Io lo voglio! Ne ho bisogno, per stare bene, per sentirmi amata, per sentirmi bella. Mi serve lui, solo lui, nessun altro.




Anche se è tutto una bugia
mi fai sentire viva.
Anche se quest'aria è finta
mi sembra di respirare.

Sconfitta

Non ce la faccio. NON CE LA FACCIO. Non ce la faccio. Non ce la faccio. Non ce la faccio. Non ce la faccio.Noncelafaccio.Non posso. Non posso. Non ci riesco.
AIUTOAIUTOAIUTO. Fa male. Malissimo. Sempre peggio. Perchè non migliora? Cavoli, continuano a passare i giorni, le settimane, i mesi. Penso sempre: andrà meglio, ora le cose cambieranno, è solo questione di tempo.
Ma non è vero. NON E' VERO NIENTE. Fa male comunque.
Niente serve, nemmeno cercare di distrarsi.
Qualche settimana fa, il sabato sera, in discoteca, sono scoppiata a piangere e non riuscivo più a smettere. Ero lì con i miei amici... Per fortuna solo una di loro l'ha notato.
Mi vergogno, mi sento stupida. Per fortuna nessuno sa. Nessuno vede e se vedono, ignorano.
Ho tanti amici, sono sempre in giro, sorrido sempre, sembro felice, faccio mille battute. Tutto normale, tutto come prima.
Perché allora quando sono da sola crollo?

Dialogo ridicolo

- Ti amo
- No.

Dormire

Voglio infilarmi nel letto e dormire... Per sempre.
Non pensare più, non sentire più, non soffrire più.
Niente più giornate intere chiusa in camera, nel letto, a piangere.
Fine dei pomeriggi passati in bagno a vomitare.
Fine degli attacchi di panico alle 3 del mattino.
Non dover dare altre spiegazioni.
Niente più bugie, scuse, giustificazioni, pretesti.
Solo silenzio, pace.
La serenità, per sempre.



Perchè una ragazza d'oggi può uccidersi - Baustelle

lunedì 11 gennaio 2010

Sex

Non mi piace fare sesso.
Prima di fare sesso, gli uomini ti vogliono, ti ammirano, ti desiderano, ti corteggiano.
Dopo aver fatto sesso è tardi, bisogna andare, fa freddo, hanno sonno.

Il problema è che quando capiscono che non ci stai, perdono interesse e precipiti direttamente nella seconda fase, saltando pure l'intermezzo piacevole.

Voglia di cambiare

Oggi mi sono alzata presto, ho fatto colazione con latte e biscotti integrali, seguita da un'ora e mezza di esercizi e ora mi metto a studiare per un esame che ho tra una quindicina di giorni.
Mi sento bene, carica, in forma.
Oggi sto proprio bene!

La salvezza

Non voglio migliorare, non voglio essere salvata, non voglio sto cazzo di principe azzuro sul cavallo bianco, non sono la principessa nella torre!
Non voglio consigli, rimedi, soluzioni. Non voglio gente che capisce, che "può immaginare quello che sto passando", che sa quello che dovrei fare.
Io non voglio guarire, non voglio smettere di soffrire, non voglio tornare com'ero una volta.
Ho sbagliato, ho commesso più errori del dovuto, sono stata stronza, ho fatto soffrire persone che non se lo meritavano. Sì, è tutto vero...
E allora PUNITEMI, PUNITEMI, PUNITEMI. Lasciatemi qui, a soffrire da sola, a crogiolarmi nella mia sofferenza, a provare un piacere perverso nel farmi male, PERCHE' ME LO MERITO.

domenica 10 gennaio 2010

Superficialità

- Non capisco. D. è stronzo, mi tratta male, non mi dà nulla; S. invece è dolcissimo, mi coccola, mi vizia, mi vuole bene. Eppure non riesco a fare a meno di essere più atratta da D. che da S. Non riesco a capire perchè.
- E' facile cara: non puoi paragonare la Fiat di S. con la BMW di D.

Coraggio

Sono mesi che il mio rapporto col cibo è diventato... complesso. Non sono bulimica, né anoressica. Ho solo bisogno di autocontrollo.
Mi sono sempre lasciata trasportare dalle sensazioni, dalle emozioni, dall'istinto. Non riesco a controllarmi, sono sempre e comunque loro che controllano me. Rovino le mie amicizie, litigo coi compagni, ferisco chi mi vuole bene. Sono lunatica, e dico sempre quello che penso senza mezzi termini. Non è cattiveria, la mia - anche se mi piace vantarmi di essere stronza - è solo mancanza di autocontrollo.

Da quando le cose hanno iniziato a mettersi male, circa sei mesi fa, una parte di me ha avvertito il bisogno di riprendere il dominio su me stessa. Non sono una bestia, riesco a controllare i miei istinti. Posso lottare contro la mia natura e vincere.
Avevo bisogno di un obiettivo da raggiungere e mi è venuto naturale accanirmi contro il cibo, senza nemmeno rendermene conto.
All'inizio non mangiavo. Mi capitava di svenire per strada, dopo 3 giorni senza cibo. Giravo per la città con una bottiglietta di acqua e zucchero nella borsa, per le situazioni di emergenza. Mi riducevo allo sfinimento, e rendermi conto di riuscire a dominare quello che è senz'altro l'istinto primario per eccellenza, mi faceva sentire potente.
La situazione adesso è cambiata: non ho più la bottiglia di acqua e zucchero, non svengo più, non muoio di fame. Eppure i problemi col cibo sono ugualmente presenti, solo in altro modo, sotto altre forme. E' il mio modo per dimostrarmi che ce la posso fare, che posso ancora controllare la mia vita...

Oggi ho chiesto aiuto. E' così difficile spiegare a qualcuno come ti senti, quello che stai passando, far capire il tuo bisogno di aiuto...

Delitto e castigo

Sentire la carne che si lacera. Il rumore impercettibile della pelle che si apre sotto la lama, amplificato dal silenzio notturno. Vedere il sangue che inizia a uscire, prima lentamente, solo poche gocce, fino a diventare un minuscolo fiume rosso. Avvertire il sollievo, perché forse c'è ancora un po' di giustizia a questo mondo, e i cattivi si puniscono da soli.

sabato 9 gennaio 2010

SMS

"Tu sottovaluti la mia esperienza e anche la mia amicizia. Hai addirittura paura del solo pensiero di poterti innamorare o far soffrire qualcuno... Assurdo! Preferisci non rischiare nulla e affidarti in maniera certa agli uomini sbagliati"

Rosas

Dopo qualche mese mi hai detto "Addio, un piacere coincidere in questa vita". Sono rimasta lì, con il cuore in una mano, e nell'altra scuse che non capivi nemmeno tu.

Perciò ti aspettavo, tra le lacrime, sperando di vederti arrivare con delle rose, con mille rose per me, perché sai che adoro quelle cose, anche se sono stupide, sono fatta così.
E ancora non mi sembra vero che mi sfugga la vita mentre immagino che torni da queste parti, dove ogni venerdì pomeriggio la speranza mi dice "Ferma, oggi forse sì..."


Ed è che inizio a pensare che Amore vero sia solo il primo. Ed è che inizio a sospettare che gli altri siano solo per dimenticare...

Soffrire

Perchè non posso soffrire in maniera normale? Chessò, piangere, ascoltare canzoni deprimenti, berci su.
No, io mi ritrovo chiusa nei bagni della stazione - luogo squallido già di per sé - a vomitare, in preda al panico, dopo aver lasciato un ragazzo che non mi piaceva e che si era erroneamente convinto che tra noi potesse sorgere qualcosa.

Certe volte penso che mi crogiolo nell'idea di soffrire. Vorrei essere salvata, ma per questo occorre che io sia bisognosa d'aiuto, per cui in mancanza di pericoli veri, me li invento.
Altre volte, invece, guardo le mie gambe e le mie braccia piene di cicatrici, e penso che forse ho davvero bisogno di qualcuno che accorra in mio aiuto.
In entrambi i casi, resta il fatto che ho qualcosa di profondamente sbagliato.
Scagli la pietra chi è senza peccato. Scagliala tu perchè ho tutto sbagliato.

venerdì 8 gennaio 2010

D.C.A.



Dimmi Cosa Aspetti

L'abc

Quando il mio fidanzato mi lasciò, il vuoto emotivo era troppo grande. Mi sembrava di poter morire di solitudine e gli amici, per quanto mi stessero vicino, non erano sufficienti per colmare le lacune che Lui aveva lasciato. Per questo motivo, mi sembrò la manna dal cielo conoscere D., un ragazzo con la fama di stronzo patentato, ma che mi faceva sentire perfetta, bellissima, amata.
Ma era incostante e io avevo bisogno di una presenza continua, così trovai T. Bello, ma...
Poi ci furono D., E., P... E tutto il resto dell'abc, ma mi sentivo sempre più sola e, peggio ancora, usata. Mi sentivo in colpa, stupida... E me la stavo pure andando a cercare. Nessuno mi imponeva quella scelta, ma sentivo che se fossi rimasta sola un attimo soltanto sarei morta, sarei implosa nel vuoto cosmico dentro di me.

Come proposito per il nuovo anno, mi sono ripromessa di cambiare, di non farmi più usare così, di non fare più cose che non mi andava di fare giusto per non rischiare di essere abbandonata da qualcuno che probabilmente non si ricordava nemmeno il mio nome...
Una settimana dopo inizio a chiedermi se posso davvero vivere da sola. Cosa facevo prima di conoscere Lui?
Ricordo che ero felice anche sola con me stessa...

giovedì 7 gennaio 2010

Schioccare le dita

Ma si può essere così stupida? Lui non si fa mai sentire. Gli mando un sms, non risponde. E' online su facebook, gli scrivo, non risponde. Non un segno di vita qualsiasi per giorni e giorni. Settimane a volte.
Poi un giorno, alle 2 del mattino di un mercoledì o giovedì sera, mentre io sto dormendo da ore ormai, consapevole di dovermi svegliare alle 8 la mattina dopo, suona il telefono. Un messaggio. Un'unica parola: sesso. Non mi ritiene neanche degna di un messaggio di senso compiuto, a quanto pare. E nel giro di 2 minuti sono già pronta, vestita, lavata, pettinata, e lo aspetto.
Certe volte arriva subito, e si arrabbia se lo faccio aspettare, per cui cerco di fare sempre il più in fretta possibile.
Il problema è che altre volte invece si perde via... E arriva un'ora dopo, mentre io lo aspetto, assonnata, nel buio della mia stanza, chiedendomi se si sia dimeticato di me.
Altre volte ancora, si dimentica davvero, e mi sveglio il mattino successivo col volto rigato di lacrime, ancora vestita, sdraiata sopra le coperte, col cellulare in mano e una fastidiosa sensazione di impotenza.

mercoledì 6 gennaio 2010

Perfezione

Un anno e mezzo fa la mia vita era perfetta. Il fidanzato perfetto, gli amici perfetti, la scuola perfetta, i genitori perfetti.



BUNF! Il crollo delle illusioni.

L'inizio

Ho sempre avuto bisogno di analizzare, sezionare, squartare, sfibrare ogni singola informazione, ogni evento, ogni istintante. Tutto doveva essere compreso, tenuto sotto stretto controllo.
Perciò ho sempre tenuto diversi diari, dove annotavo ogni cosa, nella speranza di arrivare un giorno a capirci qualcosa.
Solo di recente ho scoperto il potenziale di scrivere tutto ciò che mi passa per la testa in un luogo pubblico. Mi dà un senso di onnipotenza assoluto, sapere che quelli che odio, quelli che mi fanno star male, quelli che non mi comprendono possono serenamente passare di qui per caso e leggere tutte queste ridicole righe... Con l'assoluto vantaggio dell'anonimato.
Ho bisogno di analizzare, ma in questo momento ho anche bisogno di urlare al mondo quello che penso... Almeno virtualmente.
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